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mercoledì 27 giugno 2018

Colazione da Tiffany, Audrey Hepburn e l'innovazione

Tutto avrei mai pensato, meno che i film anni '60 potessero essere così innovativi.
Io e il mio ragazzo, sotto la spinta di un saggio guru, abbiamo deciso di recuperare le nostre lacune culturali riguardo quei titoli che di solito non si guardano perché l'audio sembra uscire da una galleria e cose del genere.
Confesso che con "Colazione da Tiffany" mi aspettavo di trovare una storia in cui lei fa un po' la difficile, ma poi dopo due moine di lui gli cade tra le braccia ora e per sempre, per non parlare della nidiata di bambini che sarebbe venuta poi. Invece questa protagonista è una fuggiasca perenne, è molto avanti rispetto a ciò che mi aspettavo riguardo la posizione della donna nella società. Brucia i tempi e ci porta l'immagine di una ragazza che fa scelte, spesso discutibili, ma è padrona di se stessa.
Siamo ancora lontani dalla donna manager, perché comunque cerca l'emancipazione tramite un marito ricco, però il suo comportamento selvaggio e indomabile lancia dei segnali forti: lei non vuole essere di nessuno, il che per gli anni in cui la pellicola è uscita, è già un'idea rivoluzionaria, una scintilla capace di accendere tanti fuochi.
L'interpretazione è brillante e atipica:  Audrey Hepburn ci mostra una giovane fragile, strana che tuttavia non ha intenzione di cambiare per piacere alle persone, anzi ci riesce con naturalezza e senza alcun problema. È piena di uomini che desiderano più di una semplice chiacchiera con lei e talvolta la costringono a scappare, finché non s'imbatte in un magnetico scrittore. L'attrazione scatta da subito, ma Lei è sempre lontana, concentrata su un altro uomo-obiettivo, irraggiungibile ed è difficile giungere al nucleo della sua vera personalità. Egli è attratto dall'ignoto, da ciò che è sfuggevole e tra loro s'instaura una forza di gravità indissolubile in cui spesso si ritrovano al punto di partenza dopo aver tanto esplorato.
Lui le gira intorno, si finge vago e interessato ad altro, ma si avvicina inconsapevolmente sempre più al fuoco. È particolarmente testardo sia quando non vuole sceglierla che quando la sceglie, è il suo perfetto completamento perché tende a portarla con i piedi per terra.
Fantascientifica è la scena in cui finalmente si entra da Tiffany e il povero commesso fa di tutto per non chiedere alla sorveglianza di portare via i due e cerca di comportarsi in maniera posata/tollerante/civile con loro che pongono richieste sempre più sconclusionate. Ho provato vagamente a immaginare cosa sarebbe successo al giorno d'oggi, non solo in quella manciata di minuti: ancor più assurdo è quando si cimentano nel furto di due maschere dopo aver letteralmente toccato tutto un negozio. Indubbiamente ragazzate di altri tempi, che nel nostro non troverebbero spazio (per fortuna).
Il carattere innovativo e frizzante di "Colazione da Tiffany" ha percorso i tempi per restare attuale, infatti ha lasciato il segno anche nelle generazioni successive.
Ed io sono finalmente lieta di aver colmato la mia lacuna.

martedì 26 giugno 2018

Finale seconda serie di Westworld, Dolores vs Maeve? (SPOILER)



Ancora una volta giungiamo a un'amara conclusione: gli uomini e le "macchine" non possono vivere in pace, ma chi delle due specie è veramente crudele?
Questo finale dà modo di rimuginare a fondo. Perché si giunge a una carneficina? Colpa di Ford, Bernard, Charlotte, Dolores, Maeve o di qualcun altro?
Non credo si risponda seriamente a questo quesito, quello che salta all'occhio è che sia gli androidi che i "mortali" sono specie umane, se vogliamo considerare l'umano come "animale che farebbe di tutto per la propria sopravvivenza". Sia i robot che i non robot abbracciano fortemente questa linea di pensiero e in fondo non si mostrano poi così diversi, seguendo a priori il loro binario senza variare strada.
Tuttavia gli unici che deviano dal loro percorso principale sono due androidi e un umano: Maeve, Teddy e Lee Sizemore. La prima dà prova di una nobiltà d'animo e spirito di sacrificio fuori dal comune, sacrificandosi a un passo dalla frattura che conduce al Paradiso virtuale per fermare la macchina da guerra/Clementine (personaggio sacrificato inutilmente in tutti i sensi) che stava portando morte ovunque ma, soprattutto per permettere alla sua bimba di scappare insieme alla nuova madre a cui l'hanno assegnata. Teddy rinuncia alla sua vita perché non è soddisfatto del cambiamento a cui l'ha costretto Dolores, ma non riuscirebbe mai a farle del male perché è la sua pietra d'angolo. L'unica soluzione che scorge è quella di puntarsi la pistola alla tempia e di far partire un colpo.
Ho sempre avuto il dubbio che tra Maeve e Lee sia nato qualcosa di profondo, una specie di amore impossibile, lo conferma l'ultimo gesto di lui che si lascia travolgere dalle pallottole "nemiche" pur di far guadagnare tempo alla squadra di lei (tra l'altro rispolverando nei suoi ultimi momenti uno dei discorsi scenici scritti proprio da se stesso).
Non emerge pertanto un elemento per giudicare più egoisti gli umani o i robot; entrambi compiono delle scelte che possono portarli verso il male o verso il bene indipendentemente da quanto indicato dalle macchinette rilevatrici.
Ancora una volta Ford e Bernard sono la chiave per risolvere innumerevoli quesiti, infatti quando ogni cosa sembra perduta, è proprio il caro, fedele e buono Berny a prendere in mano la situazione. Lo avevamo sottovalutato (un po' tutti, ammettiamolo).
Questa è la serie delle rivelazioni. Scorgiamo altri settori come lo Shogun World (che è un po' sulla falsa riga di quello che già conosciamo ma molto più cruento) e un'area del parco invece tranquilla, adibita alle famiglie.
La seconda presenta storie più drammatiche rispetto alla prima stagione, perché qui si entra nel vivo, si grattano via vari strati fino a raggiungere il nucleo originario delle persone e delle vicende. Conosciamo l'oscuro passato di Will, che ha condotto la moglie al suicidio e la famiglia di lei alla rovina totale. Egli sembra d'un tratto tornare buono, fino al punto in cui uccide sua figlia... anzi no, invece veniamo a scoprire che sia lui che lei all'interno del parco non sono altro che androidi.
Saltano all'occhio vicende piene di pathos e di colpi al cuore, tra cui anche la storia d'amore tra i due indiani, in cui egli è disposto anche a morire pur di trovarla.
Il finale di questa seconda stagione è emotivo e lancinante, ci fa mangiare dolore puro al fine di una rinascita. Chissà cosa ci riserverà la terza stagione, dal momento in cui Dolores è riuscita a scappare con Bernard e si è portata dietro le memorie qualche amico da rimettere in sesto. Questo nessuno lo sa, ma la mia testa ha già cominciato a immaginare trame possibili.

lunedì 18 giugno 2018

Lo specchio

Gli alberi bussavano alla finestra della stanza con le mani scheletriche, atrofizzate dal gelo tagliente di una notte da dimenticare. La nebbia fitta stritolava l'austera casa con presa mortale, mentre creature notturne replicavano il proprio verso all'infinito, sempre più forte. Civette e lupi con i loro lamenti sembravano voler entrare nelle orecchie fino a farle sanguinare.
Non avevo il coraggio di uscire, ero pietrificata nel letto. Fissavo le mie mani come se non mi appartenessero, attanagliata dal terrore.
Lo specchio era ubicato di fronte alla mia prigione di cuscini, non avevo mai il coraggio di poggiare i piedi a terra per riflettermi.
Nemmeno le urla dei lupi, le nenie delle civette, i bisbigli che mescolavano i due suoni come un'antica cantilena, potevano spaventarmi quanto la mia figura.
La mia mano con quella forma innaturale. Nocche fatte di polvere, pronte a sgretolarsi al primo respiro sghembo, le enormi vene verdi evidenziate da una carta di pelle, attaccata malamente a muscoli ed ossa come un francobollo secco. Il polso piccolo, fragile, inconsistente come la realtà e le sue immense illusioni, fuoriusciva da una manica logora e vermiglia come un fiore appassito.
Ogni notte fissavo quelle mani e non riuscivo a correre oltre con lo sguardo.
Ogni notte contemplavo la carta da parati del soffitto fino a perdermi nelle muffe, nelle incrostazioni, nelle imperfezioni. Poi un'altra notte, poi ancora notte.
Era sempre notte. 
Ogni notte l'angosciante rimprovero delle creature del buio si faceva più forte, poi restava solo quel sibilo crudele, un mantra spietato.
Ogni notte tiravo su le coperte e facevo finta di non ascoltare, mentre il cuore pompava più forte e il ronzio nelle orecchie diveniva sovrano, offrendo solo dolore.
La stanza si riempiva di ombre dimenticate, rigettate dagli angeli nel luogo in cui meritavano di stare. Le ombre piangevano. Le ombre bisbigliavano sempre la stessa funebre nenia. Allungavano le dita nere nell'oscurità sempre nella solita direzione.
«Guarda!» esclamavano lugubri e roche, sempre la stessa parola.
Una forza sovrannaturale mi spingeva in avanti, costringendomi ad alzare la testa e il busto, fino a mettermi in piedi. 
«Vi prego lasciatemi in pace!» supplicai serrata dalla morsa della disperazione. «Vi prego, non ho fatto niente di male!» ma loro implacabili mi strattonarono in avanti, lacerandomi le vesti che ricaddero a brandelli su un pavimento ombroso e logoro.
Barcollai ad occhi chiusi, il cuore in fiamme e le orecchie sanguinanti. Toccai lo specchio sommersa dalle lacrime.
«Guarda!» urlarono in coro implacabili.
«Basta, vi prego!» supplicai ancora tremando, i miei avi fatti di buio.
Nessuno rispose più. Il silenzio, freddo e inflessibile, mi avvolse come una coperta e cominciai a battere i denti dal terrore, sempre più forte, finché il battito non divenne un implacabile tamburo.
Appoggiai la mano scheletrica al bordo dello specchio e aprii gli occhi. Scrutai la forma del mio viso a bocca aperta, rattrappendo dalla vergogna e non ebbi il coraggio di guardare oltre.
Presi in braccio il massiccio specchio e lo voltai al contrario: rifletté l'adorabile immagine di una ragazzina. Ogni notte torno a dormire nella speranza che non lo voltino di nuovo.
In fondo ho solo dodici anni. 

mercoledì 13 giugno 2018

Flamestorm, Connie Furnari


FLAMESTORM
di Connie Furnari
Genere: Romance
Romanzo autoconclusivo in volume unico
Link d’acquisto: http://amzn.eu/fkduE4E
Il romanzo è disponibile su Amazon Kindle Unlimited

È un’afosa estate e Tiffany, in vacanza dal college, spera di potersi rilassare sulle spiagge della Florida, con le sue amiche.
A causa di un imprevisto però, si ritrova a dover sostituire la madre, dirigente di un’azienda di catering, in un esclusivo Yacht Club di Palm Beach, il Flamestorm.
Abituata ad avere sempre tutto sotto controllo, a raggiungere quasi la perfezione, Tiffany si trasferisce al Club e comincia a lavorare sodo.
Adulata da uomini potenti e miliardari, non cede alla loro corte, perché il suo cuore non ha ancora conosciuto l’amore.
Finché non incontra Mike Peretti, che lavora come semplice dipendente manovale al Club.
Mike è un attraente e spregiudicato mascalzone di New York, squattrinato, che ha sempre vissuto alla giornata: le ricche e annoiate signore del Flamestorm, sposate e non, stanno con lui per divertirsi senza nessuna implicazione sentimentale. Tutte sanno che nessuna di loro potrà mai conquistarlo, così pagano, per godere della sua compagnia.
Tiffany e Mike si incontrano per caso, lavorando assieme, e la guerra è inevitabile, così come l’attrazione fisica. Lei è abituata a essere sempre perfetta e inaccessibile, e non c’è sfida più grande per Mike che riuscire a sedurla, per soddisfare il suo ego da playboy.
I loro incontri sono incendiati di fuoco sulle assolate spiagge di Palm Beach, perché hanno avuto vite fin troppo diverse: Tiffany appartiene alla ricca famiglia Brewer e ha frequentato le migliori scuole di Miami, Mike invece è cresciuto come un bullo per le strade di Brooklyn, passando anche per la galera.
La loro relazione, all’inizio basata solo sull’attrazione fisica, si trasformerà in qualcosa di molto più profondo e intimo, e la loro estate al Flamestorm Yacht Club sarà infuocata come una tempesta di fiamme.



Scritto con il punto di vista alternato dei due protagonisti, Tiffany e Mike, Flamestorm è un romance al peperoncino, una storia d’amore che alterna il romanticismo alla passione, un romanzo con il sapore dell’estate.

Altri Romance dell’autrice, su Amazon Kindle Unlimited:
Within You (Romance New Adult)
Destroyed (Dark Romance)
Pecador 1 Flor de Cuba (Romantic Suspense)
Pecador 2 Amor y Muerte (Romantic Suspense)
Cinders Cenerentola (Romance)

Pagina dell’autrice:


FLAMESTORM (stralcio)
Mugugnò quando le succhiai il labbro inferiore, e le sue mani si aggrapparono alla mia maglietta, tenendomi ancora più stretto al suo corpo che tremava: in quel modo, saremmo andati avanti per tutta la notte.
Ancora non capivo cosa volesse davvero da me. Perché fosse tornata. Mi staccai appena. «Ti accompagno all’hotel, andiamo» mormorai.
I suoi occhi azzurri, umidi di lacrime, si specchiarono nei miei. Si era calmata, ma adesso c’era qualcosa di nuovo nel suo sguardo.
Un’eccitazione improvvisa.
La frase che pronunciò mi provocò qualcosa che non avevo mai provato prima, una tempesta di fiamme, dentro l’anima:
«Voglio fare l’amore con te, Mike.»
Anche se il mio corpo lo voleva, il mio cervello mi impose un minimo di autocontrollo.
«Tu puoi avere molto di meglio» fu la mia risposta, ed erano parole che non avevo previsto di pronunciare. «Sei davvero sicura… di volere proprio me?»
Non ero più io, perché se fossi stato davvero in me, e una donna mi avesse detto quella frase, l’avrei subito sbattuta su quel letto e le avrei dato quello che implorava.
Ma Tiffany non era come tutte le altre.
Il suo bacio mi sorprese, stavolta dolce. «Se non avessi voluto te, non sarei qui adesso.»
Persi la testa, quello che non avrei mai dovuto fare, e i miei sensi si infiammarono del tutto, perché era finalmente giunto il momento di prendermi quello che avevo sempre desiderato, dal primo momento in cui l’avevo incontrata.



L’autrice
Connie Furnari è nata a Catania. Laureata in lettere, appassionata di cinema, pittura e film d’animazione, ha pubblicato con varie case editrici, in self publishing e ha vinto diversi premi letterari.
È una scrittrice multi-genere, predilige scrivere il fantasy e il paranormal, ma si dedica anche al romance, al thriller, alla narrativa per bambini e ragazzi, e ad altri generi letterari. Tutte le sue opere sono facilmente reperibili on line, sia in digitale che in cartaceo. Vive tra centinaia di libri e dvd, ed è presente nei social network. Ama leggere, disegnare manga, e dipingere quadri.
La sua email è conniefurnari@hotmail.it

I suoi contatti:




I suoi romanzi sono disponibili in edizione digitale e cartacea, su tutte le piattaforme, tra cui:


lunedì 11 giugno 2018

Solo: A Star Wars Story. Un film inutile? (SPOILER)


Ragazzi non vorrei partire a razzo ma... "Solo, perché non ha una famiglia"? Credo fosse una scena un po' a cavallo tra il ridere e il piangere. 
Rilancio perché Leo è stato un po' spietato nel decretare questa pellicola inutile... pellicola che, certo non brilla di luce propria e non è nemmeno paragonabile a Rogue One, né alla saga di Star Wars, ma a parer mio un suo valore ce l'ha. 
Confesso che ho sempre avuto un debole per l'impavido, sarcastico e spavaldo Han Solo, l'ho sempre avuto a cuore e attendevo con ansia un tale spin-off. Forse le mie aspettative erano leggermente più alte ma da qui al restare delusi, il passo è veramente lungo.
Si comincia con un buon ritmo, con la separazione di Han e Qi'ra: lui infatti riuscirà a fuggire per un pelo da Corellia mentre lei viene scoperta e trattenuta con la forza sul pianeta. I due sono destinati ad incontrarsi molto più tardi, ma entrambi fanno parte d'ingranaggi diversi, è come se non fosse più possibile la continuazione del loro sentimento, che non riescono comunque a smettere di covare l'uno per l'altra. Anzi, l'intesa tra i due sembra quasi più forte nel ritrovarsi perché lei regge ad Han il gioco per gran parte della narrazione... e poi gli gioca un brutto scherzo nel finale.
Il personaggio di Qi'ra termina stonando molto da questo punto di vista, perché sembra percorrere una certa strada per poi cambiare rotta all'ultimo. Lei è leale ma in un certo senso spiazzante in una maniera che non riesce ad avere un senso ben preciso. Viene dipinta infatti una donna autentica e innamorata, pronta a rischiare la propria vita per Han, ma quando si tratta di distaccarsi dal sistema che l'ha resa schiava, lei sceglie di continuare a farne parte, il che è veramente dissonante rispetto a quanto visto fino a quel momento di lei.
Sono molto soddisfatta per il fatto che trovino spiegazione le avventure passate del nostro protagonista, quelle citate nei precedenti Star Wars ma che non sono mai state rappresentate. L'ho ritenuto un film interessante e capace di fare chiarezza sulle gesta di un character davvero amato dai più. Addirittura io sto ancora metabolizzando la sua morte a distanza di mesi, mi ha fatto piacere trovarlo vivo e vegeto, intento a farci strada per mostrarci gli episodi più interessanti della sua vita, compreso l'inizio dell'amicizia fraterna con Chewbecca.
Io non l'ho trovata affatto una pellicola inutile, ma se volete saperne di più su com'è cominciata questa faccenda dell'inutilità, ecco a voi il video della discordia.


venerdì 8 giugno 2018

Sense 8 intervista Nerdflics. Aspettando il finale

Ne ho già parlato una volta, ma non mi bastava. Così abbiamo deciso anche di girare un video e, siccome Leonardo non ha visto le due serie (shame, shame!) e io non volevo ripetermi, abbiamo scelto la forma dell'intervista per il nostro piccolo e tenero canale Nerdflics. Leonardo mi esporrà le sue curiosità e io gli racconterò dei Sense 8 che mi hanno tanto appassionata.
Tecnicamente questa è la traccia su cui si dovrebbe sviluppare il video, ma sicuramente avrò cercato di parlare a memoria inventando cose di sana pianta e omettendone delle altre, per cui se siete curiosi, ecco l'inedito testo che va portato in salvo.

No spoiler


1) Parto subito dal dirti che crea disagio il fatto che non sei fisionomista (per saperne di più leggete la recensione sul suo blog)! A parte gli scherzi ahahah... quanto ti è piaciuto Sense 8 in termini pratici? Fammi un esempio!

Innanzitutto mi dispiace . Io vorrei tanto fare un corso per diventare fisionomista, come minimo dovrei seguire un addestramento come i cani. Però, c'è un però. Io capisco che un attore che gira una serie tv la percepisce come un lavoro e se hai problemi col capo hai problemi con la serie stessa... ma stai spezzando una storia. Mi è stato sempre un po' sulle balle che, nome a caso, Bingo, venga interpretato da 15 attori diversi. A questo punto sarebbe molto meglio che, invece di cambiare faccia, muoia il personaggio... però in questo caso era un po' complicata. Se i Sense 8 cercano di restare in vita ci sarà un motivo. In termini pratici? Ragazze avete presente quando arrivano QUEI GIORNI e poco prima vi viene voglia di mangiare un alimento ben specifico? Sense 8 è come quando mangi quell'alimento e per un po' ti senti in pace, va a riempire un vuoto. Sense 8 parla di lealtà verso la tua "cerchia". La lealtà è ben diversa da ciò che è più comodo per te, perché essere leali presuppone il sacrificio. La lealtà implica che a volte quello che fai per salvare gli altri va a scapito tuo. Non è un valore moderno.

2) Conoscevi le sorelle Wachowski prima di vedere questa serie?

Purtroppo non proprio, però credo che approfondirò la mia cultura in merito al loro operato, perché hanno fatto un lavoro grande e ambizioso. Hanno scritto la sceneggiatura di "V per vendetta" però, quel film almeno l'ho visto e anche lì saltava all'occhio la loro sovversività, la tendenza verso la rivoluzione. Non le conosco ancora bene, ma credo che il loro stampo non sia proprio quello di lasciare il sistema com'è, non è nel loro stile.

3) Dimmi soltanto i 3 migliori aspetti di questa serie tv!

Il primo aspetto è l'ambientazione. È immensa! I Sense 8 sono 8 persone di parti del mondo diverse e praticamente ti visiti un po' le città insieme a loro. È entusiasmante viaggiare così tanto restando a casa. La sigla mi dà lo stesso senso di apertura che avevo da bambina a guardare l'inizio di "Bianca e Bernie nella terra dei canguri" -cartone animato che da bambina amavo- con quella panoramica spettacolare, l'inquadratura che corre veloce per la prateria sconfinata australiana.  Il secondo aspetto è rappresentato dalle storie. Ciascun protagonista è accompagnato da un passato e da un presente. È ben caratterizzato e inserito in maniera profonda nel proprio contesto. Nulla nella vita di queste persone è lasciato al caso e le loro esistenze sono piene di pathos, devastanti per il dolore che contengono. Nessuno ha come dire, un background costruito tanto per fare. Il terzo aspetto è la caratterizzazione caratteriale dei personaggi minuziosa, perfetta. C'è molta attenzione per il dettaglio. Nessuno dei Sense 8 o all'infuori della cerchia fa qualcosa che non sia da lui. È come se ciascuno avesse un raggio di azione ben definito consono al proprio carattere. Anzi, credo che l'unica eccezione sia quella di Sun che sostituisce Lito, ma scavando bene il contesto, a Lito si chiedeva di essere vero, laddove lui invece è molto più bravo a mentire.

4) Al tempo io vidi soltanto i primi 3 episodi e per me era troppo lenta per cui l'abbandonai, cosa invece ti ha spinta a continuare a vederla e quali sono i motivi per cui uno dovrebbe approcciarsi alla serie per la prima volta?

I primi episodi preparano le basi per ciò che accadrà poi. Ti sei fermato proprio al terzo e pensa che la serie acquisisce carattere dalla quarta puntata in poi. Il presupposto di partenza era troppo interessante per mollare. L'empatia più totale è il punto d'inizio, è un'esca troppo succulenta per non vedere come va a continuare e finire. Volevo capire. Capire come si sarebbero incontrati, come avrebbero comunicato, quali problematiche avrebbero avuto. Ci si dovrebbe approcciare alla serie perché ha un'anima molto colorata e bella che vale la pena conoscere. Ha un'identità, una morale, non ne uscirete senza niente in mano.

5) C'è una cosa che accade in un determinato episodio e che conferisce una specie di potere ai Sense 8 che non mi convince, e tu sai a cosa mi riferisco. Ci sono invece degli elementi che ti hanno convinta poco?


Parliamo del fatto che i Sense 8 possono comparire nel luogo in cui si trova un membro della cerchia e passargli degli oggetti che altrimenti lui non avrebbe a disposizione. A parer mio fa parte del patto narrativo: possono farlo, punto. Non è una serie che ha la pretesa di spiegare come le molecole vengano trasportate tramite connessione Sense 8. La trama è dinamica ma sembra nel contempo ciclica, è come se conducesse al punto di partenza ogni volta. Ci sono tuttavia film fantastici che si basano solo su quel presupposto, non saprei dirti se si tratta di un difetto effettivo.

6) L'aspetto più importante della serie è il collegamento mentale/sentimentale/empatico tra queste 8 persone, ti piacerebbe essere collegata in tal modo con delle persone totalmente sconosciute?

Ai Sense 8 non viene chiesto in precedenza se sono contenti di ricevere questo legame, anche perché Whispers ad esempio lo è anche troppo... meno contenta è la sua cerchia. Per me non è semplice adattarmi agli altri e a caratteri completamente diversi dal mio. 
Senza fare troppi spoiler, c'è una donna che appartiene a un'altra cerchia, che si chiama "Mai soli". Credo che questo nome riassuma il mio pensiero. Essere collegati in maniera così forte ed empatica con altre persone azzera il senso di solitudine che spesso ci si porta dietro. Senti l'altro come parte di te, non ci sono liti o incomprensioni nella cerchia, perché ci si capisce al volo. Sono collegate tra loro persone che nel palcoscenico della vita hanno ruoli opposti come Will il poliziotto e Wolfgang che a un'analisi superficiale è solo un delinquente. Nella cerchia tuttavia percepiamo gli altri per quello che sono, il bene e il male smettono di esistere perché i ruoli non ci sono più. Le emozioni e i pensieri arrivano prima all'anima.
Mi spaventerebbe a morte un legame simile, ma finalmente risolverei il problema delle incomprensioni con gli altri. Nessuno percepisce i componenti della propria cerchia come una minaccia per la propria incolumità, per questo funziona.


7) Dimmi il tuo personaggio preferito e perché proprio Riley? Ahahahahhah a parte gli scherzi, il tuo personaggio preferito qual è? E perché?

Grazie tante per l'effetto sorpresa! Riley mi ha colpita già stilisticamente con il suo look molto "da metropolitana". Non ti serve sapere dove vive per capire che è di una grande città e pensare che ha idee innovative. Cattura lo sguardo ma nel contempo percepivo qualcosa di oscuro in lei, come un dolore atroce e impossibile da cancellare. Dalla prima occhiata non mi è sembrata proprio una spensierata dj ma una donna molto più sofferta e profonda. Anzi mi ricorda anche vagamente un personaggio di un mio libro che amo alla follia. Tra l'altro lei e il suo compagno Will sono quelli più perseguitati dal temibile Whispers, perché ha intercettato lo sguardo di quest'ultimo ed è capace di connettersi con lui. Riley sembra che in un modo o nell'altro non trovi mai un attimo di pace, in questo mi somiglia molto.
Lito anche mi è piaciuto un sacco perché parte molto svantaggiato. Mentire per lui ha sempre risolto tutto, fino al punto in cui non può più farlo.
Lito è un uomo in senso autentico perché è molto sensibile e pieno di paure sotto la maschera che indossa. Quando si toglie l'armatura è una persona così fragile e autentica che ti resta impressa. 
Anche il suo "contorno" è fantastico. Hernando è intelligente e compensa il suo compagno in termini di sangue freddo; Daniela è adorabile e dolcissima. È un po' come se scodinzolasse felice per tutto, è contagiosa.
In genere faccio il tifo per gli antieroi, amo i personaggi che non sono esattamente d'azione e risolutivi ma combattono battaglie interiori enormi. Mi sento molto più un antieroe che un maestro di lotta come Sun, o un tipo d'azione alla Wolfgang. Perdo molto più tempo a capirla la vita, che a realizzare gesta memorabili.

Spoiler 

8) A proposito di Whispers, parlaci un po' di questo villain.

Ciò che in genere contraddistingue il cattivo dai buoni è la distanza: lui è cattivo e quindi molto diverso da me, perché sono buono. Whispers è uno di loro, un Sense 8. È una pecora travestita da lupo o un lupo travestito da pecora, fatto sta che non è dalla parte in cui per natura dovrebbe stare.
A un certo punto Riley presa dalla disperazione diventa meno cauta e contatta altre cerchie di Sense 8, finendo per parlare con una donna in una chiesa. Quest'ultima reca sul braccio le stesse ferite autolesioniste della dj. Nel mostrarsele a vicenda, la signora dice che le voci che ordinano di farlo (tagliarsi) non urlano mai, ma sussurrano di continuo.
Whispers fa paura più della BPO perché essa può farti male fisicamente, ma lui ti entra nella testa, ti logora giorno per giorno finché a livello psicologico non diventi l'ombra di te stesso.
Whispers gioca con te, con i tuoi affetti, con la tua sensibilità. È come un virus che ti logora dall'interno. E Jonas non è da meno. Mai fidarsi delle persone che non riesci mai a capire da che parte stanno.

9) Questa è una domanda spoiler: cosa ti aspetti di più dal finale? Insomma facci un pronostico: cosa vorresti vedere nel film che concluderà la serie?

Mi auguro che Wolfgang sopravviva perché la sua cattura per me è stata un fulmine a ciel sereno. Un guerrieri come lui non può morire così stupidamente. In un certo senso spero che Lila Facchini gli dia una mano perché non è un personaggio cattivo a parer mio, ma una donna che non accetta i "no" e nell'insicurezza diventa aggressiva. Però se nutre un reale sentimento verso Wolfgang potrebbe pentirsi di averlo quasi fatto ammazzare.
Spero anche che Kala a questo punto faccia davvero chiarezza, ma soprattutto vorrei capire il ruolo di Jonas Maliki all'interno della BPO. Lui e Angelica sono personaggi chiave di cui il passato ci è stato rivelato a bocconi. Stavolta vorrei sapere quello che ci manca. Non m'importa del lieto fine a tutti i costi, ciò che mi preme di più è che il quadro sia finalmente completo. 

martedì 5 giugno 2018

Nerdflics CINEMA CHALLENGE


L'eccessivo caldo ci ha dato alla testa. Si sa: quest'estate immensamente afosa e priva di piogge ci sta sciogliendo come delle piccole candele, quindi io e Leo, dall'alto della nostra saggezza, abbiamo preso la malsana decisione di sfidarci a colpi di cinema. 
Abbiamo stilato ciascuno una lista di 25 film su cui l'altro sarebbe stato libero di farci delle domande...
"Basta così?" direte voi... invece no, perché ogni risposta sbagliata ha delle conseguenze. 
Nel mio caso ho perso ciocche di capelli in nome del sadismo del mio partner... secondo voi come gliel'ho fatta pagare?
Vi lascio la prima parte della sfida, così vedrete se e quanto mi sono salvata. Vi regalo un piccolo spoiler perché sono buona: la seconda parte della sfida dovrà risolverla Leo. In caso di errore ovviamente verrà truccato. Io fossi in voi darei un'occhiata e continuerei a guardare per vedere come va a finire!
Intanto vi lascio anche alcuni link utili per seguirci:


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venerdì 1 giugno 2018

Presentazione di Angolo Buio alla "LibrArte Folignano"


Quando cominci a scrivere non vedi al di là di quello che stai creando con l'immaginazione, non scorgi una forma in ciò che stai plasmando.
La scrittura agli inizi è un sogno poetico, effimero, fatto di fantasmi e il materico sembra quasi qualcosa di troppo lontano, che in fondo nemmeno ti riguarda. 
È tutto così poco reale e nella propria testa, che è veramente difficile immaginarsi sei anni dopo in una foto, seduti dietro al proprio libro, a una presentazione. Solitamente è già un'impresa e una grossa sorpresa vederlo stampato, il libro in questione. Sì perché poi non basta l'idea, c'è da lavorare lavorare e lavorare affinché l'idea diventi qualcosa di più profondo, che la gente possa raggiungere e toccare.
È così che ieri, presso il book shop della kermesse artistica "LibrArte Folignano", accompagnata da una brillante giornalista, Valentina Falcioni, un po' terrorizzata e anche un po' impaziente, sono riuscita a raccontarmi e a narrare la storia di Elia e Mary... che per la verità non finisce qui, perché il finale non è un punto; è solo una pausa e tanto c'è ancora da raccontare su un'amicizia che non conosce distanza e tempo, ma soprattutto su un gruppo di amici vivace, che affronta le sue sfide come ogni gruppo di amici ma viene accarezzato da un destino particolare. Insieme ci siamo addentrate in un viaggio che parte dalla mia infanzia, per poi giungere ad argomenti spigolosi, come la crisi che mina il futuro dei giovani e l'angoscia per l'allontanamento degli affetti più cari. Si è sviscerato a fondo il personaggio di Elia, che non sarà perfetto ma forse ciò che più conta riesce a mostrarsi umano e a farsi apprezzare per ciò che è, senza la pretesa di essere un uomo diverso, forte. È proprio la fragilità di Elia ad avvicinarlo a ciascuno, perché la vita vera non è fatta di eroi, ma di gente che ogni giorno combatte i propri mostri e cerca di uscire dall'Angolo Buio anche se non è semplice e costa fatica. 
Vorrei ringraziare di nuovo LibrArte Folignano, Brunella Casini, Valentina Falcioni, la Libreria Prosperi e tutti coloro che hanno dedicato il loro tempo ad ascoltare i miei farneticamenti e reso possibile l'avanzata del mio sogno.

Il libro è disponibile presso il book shop fino alla fine della kermesse, che terminerà il giorno 3 giugno.
Fino a quel giorno compreso ci saranno molte interessanti iniziative per cui v'invito a partecipare e vi lascio il link della pagina LibrArte Folignano 2018