Al
mondo ci sono due categorie di persone. O forse tre.
Esistono
i buoni, quelli che fanno del bene; e i cattivi, quelli che
commettono il male.
E poi
c'è chi guarda i cattivi commettere il male e non agisce. Ecco,
quello sono io.
Dall'alto della mia
relativa onnipotenza, osservavo lo scempio senza porvi rimedio.
Il buono s'era impigliato.
Era scivolato rovinosamente nella trappola e non ne sarebbe uscito.
Più si dimenava, più s'impastava con la trappola in maniera
angosciante. Poi era giunto lui. Il cattivo. Era stato tempestivo e,
mentre rimuginavo su ciò che avrei potuto fare per salvare il buono,
lui l'aveva già inghiottito.
Era stato prudente.
Furtivo. L'aveva visto caduto e così aveva improvvisato uno scatto.
Un flash ed era lì. A mummificarlo.
Con fare sadico prendeva e
impastava la fragilità del buono col filo. Una corda dopo l'altra. E
lo faceva girare. E il buono roteava. Si fondeva con la sua stessa
tomba.
Un altro buono era morto e
non l'aveva pianto nessuno.
Ho avuto solo un frammento
di secondo per decidere da che parte stare: quello della domanda di
troppo. Quello in cui mi sono chiesto se sarebbe servito a qualcosa.
Poi fu tardi. Non mi
restava che guardare inerte il ragno, inghiottire in un sol boccone
quel povero moscerino.
Avevo un'unica attenuante:
magari liberarlo dalla tela non l'avrebbe tenuto in vita. Potevano
spezzarglisi le ali mentre lo tiravo fuori e l'aracnide l'avrebbe
preso ugualmente.
Ma non mi basta e questo
non lo sapremo mai.
Dopotutto, il cattivo non
era realmente cattivo e doveva solo mangiare.
E non era nemmeno quello
il punto.
Voi tutti ora direte:
questi problemi per un insetto?
No. O meglio, non del
tutto.
Pensate per un istante: se
quell'insetto fosse stato un bambino rapito? Una donna stuprata?
Sarebbe ugualmente così
bonaria la vostra valutazione nei confronti di qualcuno che ha
lasciato fare?
A volte, per essere
cattivi, basta osservare i cattivi fare del male, senza avere il
coraggio, o la voglia di agire.