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sabato 12 novembre 2016

Ermal Meta. Un Dejavu prorompente come un fulmine


Voce ipnotica, sguardo da maledetto e canzoni fatte di ferite ricevute e inflitte. Ecco il vistoso biglietto da visita di Ermal Meta, esibitosi al Dejavu il 10 Novembre. 
Profilo basso all'inizio: parla poco, fuma la sigaretta, se ne torna al suo tavolo con quel maglione rosso che stona con il carattere apparentemente introverso. Un introverso che si aggira nel locale confondendosi con gli altri, fin quando i fan non cominciano a chiedere foto ed autografi, a cui si presta con educazione e tranquillità. Trae quasi in inganno questa pacatezza apparente, quando poi sul palco ci si trova davanti un carismatico trascinatore.
Rompe il ghiaccio con "Umano", ma non è necessario creare l'atmosfera: il pubblico è già caldo e partecipe fin da subito.
I Lupi di Ermal lo conoscono dai tempi dei "La fame di Camilla" -gruppo fondato agli esordi- di cui ha proposto i brani più famosi.
Il concerto si è svolto in un'atmosfera raccolta, calorosa, in cui non ci si è fermati solo ai brani solisti e della band di provenienza. Ermal ci ha offerto delle cover dei Radiohead da spezzare il cuore -tra cui "All I need", che purtroppo non avevo mai ascoltato e adesso il cervello chiede di sentire a ripetizione-, una toccante -e in un certo senso profetica- Hallelujah capace di mettere il magone.
Stupefacente e versatile, è giunto a proporre anche canzoni particolari come "L'uomo di Plastica" -del progetto Rezophonic- . Anche lì ha confermato il suo talento e lasciato tutti a bocca aperta con una tecnica perfetta e una voce fuori dal comune.
Qui non si tratta solo di tecnicismo; quando le note escono da lui, s'impastano delle emozioni che ha dentro e travolgono lo spettatore con tutta la loro carica emotiva. 
Non ero affatto sorpresa della presenza scenica capace di mettere a proprio agio con poche battute mirate, dal falsetto potente e delicato nel contempo che ti fa dimenticare chi sei. Avevo già visto ciò di cui era capace parecchio tempo prima, quando la mia migliore amica mi portò a sentire i "La fame di Camilla" e restai così sgomenta e ipnotizzata da questo cantante, da pensare che sicuramente avrebbe fatto strada.
Infatti eccomi qui, anni ed anni dopo, a parlare ancora di lui con lo stesso entusiasmo viscerale. Ermal porta con sé una fiamma che nel tempo non si estingue e conquista sempre più cuori.

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