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mercoledì 27 novembre 2013

22 e 23 Novembre: Placebo a Bologna. Neanche la bufera è stata capace di spegnerci il sorriso.


_Placebo days_
Teoricamente quando recensisco un concerto non lo faccio sul blog, ma quando recensisco un concerto non sono nemmeno così di parte. Sarebbe una lotta persa ancor prima d'iniziare chiedermi di essere imparziale con questi tre (specialmente qui con mister sorriso, che stranamente era di buon umore).
Sì, sto parlando dei Placebo: i soliti per cui molta gente finisce sul mio blog, che quando l'ho inaugurato mi son detta: mi raccomando, usalo per la scrittura e non per i Placebo!
Einveceno! Le due cose sono entrambe pezzi di me; e questa band è la mia ispirazione. Pertanto mi son già arresa da un pezzo!

Da quando mi hanno accesa, è stata una sfida riuscire ad andare ad un loro live. C'era Lucca, ma mi ero appena appassionata. Troppo fresca. C'era Villafranca, ma le circostanze erano così avverse che ho gettato la spugna portando rancore a me stessa. Deridendomi "col tuo spirito non li vedrai mai dal vivo". 
Fortunatamente la vita è più originale di come cerco di crearmela e finalmente l'occasione c'è stata. Finalmente, con gli occhi che ancora luccicano, posso dire: a Bologna io c'ero.
C'ero e facevo anche parte di qualcosa di più grande, ero un pezzo del tutto. Sì, perché non c'era solo la performance dei Placebo: il 22 e 23, per i fans più incalliti (quelli ossessivi che ogni 2 secondi si leggono gli aggiornamenti nei social) hanno preso il nome di Placebo days; giorni non solo di musica, ma anche di ritrovo. C'è stato il Placebo party con gli Empty Meds; c'è stata la presentazione di Placebo 20years (in cui l'autrice Francesca Del Moro ha letto anche il mio contributo che ho condiviso all'infinito -non la ringrazierò mai abbastanza, perché sono orgogliosa di ciò-. Libro che sto leggendo a passo di lumaca per via degli impegni, ma che scende in profondità. Mi sta toccando l'anima non solo per il racconto delle vicende, ma perché con esso ti rendi conto di quanto i testi del gruppo siano vivi. Torni alle origini, al perché ti hanno bucato il cuore e la testa), ma soprattutto si è avuta la palese dimostrazione che anche i Molko sbagliano: perché i too many friends a quanto pare ci sono l'uno per l'altro e si ritrovano. E collaborano anche alzando dei "Thank you" sotto al palco durante le canzoni. Inutile a dirlo: i Soulmates son sempre i Soulmates!
Aggiungo che io purtroppo il 22 non c'ero (mea culpa) e ho cercato di godermi lo spettacolo all'Unipol anche se da lontano. Non ho molto da dire: mi ha lasciata semplicemente senza parole!

_Il concerto_


Io ero in tribuna, pertanto sono giunta sul luogo comodamente verso le diciotto e mezza. Un uccellino tuttavia mi ha raccontato che prima di ciò è accaduto il finimondo e la zona si è allagata. Quindi, chi era in fila ha perso anche il posto e ha dovuto ricominciare da capo l'intero iter; ma non è stato il peggiore dei loro problemi.
Comunque, veniamo a noi. Si è svolto tutto con la massima puntualità, a partire dai  Toy che hanno aperto le danze spaccando il secondo. Mai vista tanta puntualità tutta in una volta, davvero. Vorrei poter elogiare altre doti di spicco oltre la precisione d'orari, ma nonostante siano stati carini e gradevoli non mi hanno particolarmente colpita. Anzi,  mi ero un po' persa.
Poi, a nemmeno mezz'ora dall'ultimo brano della band spalla, eccoli arrivare. A tribune e parterre pieni per metà (non capirò mai che gusto ci trova la gente a perdersi mezzo spettacolo), che successivamente si sarebbero riempiti del tutto.

Eccovi la scaletta:

1- B3
2-For What It's Worth
3- Loud Like Love
4- Twenty Years
5- Every You Every Me
6- Too Many Friends
7- Scene Of The Crime
8- A Million Little Pieces
9- Speak In Tongues
10- Rob The Bank
11- Purify
12- Space Monkey
13- Blind
14- Exit Wounds
15- Meds
16- Song To Say Goodbye
17- Special K
18- The Bitter End

Encore
19- Teeanage Angst
20- Running Up That Hill
21- Post Blue
22- Infra-red


In quel momento ho avuto paura. Era in assoluto il primo live loro a cui assistevo e mi aspettavo di tutto; addirittura ricordo di gente che li aveva visti anni prima e mi aveva raccontato che "il cantante" si sente poco dal vivo, che non sono una buona band da concerti. Avrei presto scoperto la verità: finalmente li vedevo lì, fare il loro ingresso trionfante ma tuttavia discreto. Brian tra breve avrebbe aperto bocca e avrei solo potuto restarne sorpresa o delusa. Sì, perché li sopra i componenti effettivi sono in tre più i collaboratori (non meno importanti), ma io puntavo tutto su Molko: l'attenzione, lo sguardo, l'orecchio.
Parte B3. Attacco sicuro, potente che monopolizza da subito la scena e da quel momento in poi per me è stata l'ipnosi più totale: quasi non ci fossero state pause tra un brano e l'altro, quasi non si fossero susseguite diverse canzoni. L'ho avvertita più come una fusione, quasi fossimo tutti qualcosa d'infinito.
Inutile dire che ho urlato ogni  nota, dimenandomi come una scimmia e fra un po' mi lanciavo di sotto. Quello non era concerto: era elettricità e tante volte son stata sull'orlo del pianto.
L'inizio grintoso ha dato il via a dinamiche altalenanti. Uno scossone adrenalinico sedato dalla consecutiva discesa negli inferi e così via. Come una danza frenetica; un ronzare assordante che corre a spegnersi in uno scroscio di lacrime inconsolabile. Voglia di vivere a mille senza sentire, rimpiazzata da quella improvvisa e repentina di morire. Eppure non avrebbe dovuto scuotermi a tal punto: si sa che i Placebo son fatti così.
Ma averli lì a qualche metro e poterli vedere oltre che sentire, è un'altra cosa.
Ulteriore carica proveniva, oltre che da uno Steve Forrest alla batteria più brioso che mai e da uno Stefan Olsdal nei momenti giusti agitatore di folle, soprattutto da un Brian Molko raggiante. Da un cantante così noto per gli improvvisi scatti e sbalzi d'umore non ti aspetteresti mai un concerto felice in cui sorride, ringrazia e saluta in italiano cortesemente. Indimenticabili le scene in cui divertito rifila facce da protagonista e fomenta lui stesso il pubblico della tribuna ovest a forza di sguardi e mosse teatrali. Ho visto Brian come credo che sia realmente e mi ha resa felice, soddisfatta al 100% di averlo trovato vivace e rilassato emotivamente. Ha saputo creare magia: ha fatto quel salto per raggiungere l'empatia col pubblico, che chi conosce da tempo la band non si sarebbe mai aspettato.
Un particolare riconoscimento va anche a Fiona Brice, oltre che per gli arrangiamenti, per la grossa
disponibilità che dimostra nei confronti dei fans...a cui è forse seconda massimo a Steve, che oltre le foto e le chiacchierate concesse, ha donato al pubblico bacchette e persino i vestiti!
Ma parliamo seriamente dei brani, che sarebbe anche ora. Nella scaletta che vi ho fornito in precedenza, i pezzi evidenziati sono quelli cantati sotto la doccia...ehm da dietro il tendone trasparente, novità shock dell'anno. Sì, perché adesso si sono "inventati" questa tenda che scende e sulla quale a volte s'infrangono meravigliosi giochi di luce. Devo ammettere che l'effetto è particolare, ma non sempre. Ci sono momenti in cui la strapperesti con una motosega (tanto per star sicuri) e momenti in cui ti provoca una crisi. Il cosiddetto "lancio senza paracadute". Ci si fa un po' di minuti coperti e poi via, esplode Rob The Bank. Ci si carica un po' di più, ma niente. Ciò che mi ha fatto letteralmente rabbrividire è quanto avvenuto in seguito a Blind: la risalita della tenda prima di Exit Wounds toglie il respiro. Una secchiata d'acqua gelida, la rivorresti giù. Quello schermo artificiale ti protegge per alcuni brani e poi improvvisamente si eclissa, gettandoti senza protezioni in una canzone da brivido, docilmente aggressiva. Brano in cui cerchi di rimetterti addosso le difese, ma abituato al telo sei troppo sprotetto e non fai in tempo. Pezzo che cogliendoti impreparato ti ferisce,  ti strappa la pelle. E dopo Special K l'attacco si ripete simile, ma con meno potenza.
Tuttavia primi brividi li ho sentiti già su A Million Little Pieces, che anche se coperta è stata un capolavoro,  dall'intensità emozionale innata. Te lo buca il tendone. E' una spina microscopica che proprio perché piccola e innocua giunge sotto pelle, danneggiando gli organi vitali.
Unica e inimitabile anche Space Monkey, che poteva essere ancora più esasperata distorcendo ulteriormente la voce all'inizio. Ma passa l'esame a pieni voti.
Le canzoni da escoriazione, quelle che al momento dei saluti hanno messo ulteriore fame della loro musica nel cuore del pubblico mista ad ansia da abbandono, sono state da prima Song To Say Goodbye e in seguito Running con Infra-Red. Queste due particolarmente mi hanno lasciata senza voce, senza fiato e con un pulsare dell'anima impossibile da spegnere. Un incendio dentro.
Come per tutte le esperienze che ci si porta dietro per il resto della vita, ho sentito subito una fitta amara nel lasciare il sedile della tribuna. Mi hanno consolata poche cose: l'incontro con alcuni Soulmates (ebbene noi fans dei Placebo ci chiamiamo così. Questa precisazione la faccio perché sopra non l'ho spiegato), la consapevolezza di esserci stata e la biografia che ho continuato a leggere nel treno. Essa specialmente mi sta ricordando perché li ho fatti entrare nella mia testa e non ne escono... e fortunatamente ha lenito il grosso senso di perdita.
Eppure non mi basta raccontare la magia. Voglio mostrarvela. Per questo vi lascio qui  il link per vedervi Running Up The Hill, che è stata ripresa davvero bene e mette la pelle d'oca anche così.
Buona visione! 

domenica 24 novembre 2013

L'artista

L'artista è l'ala spezzata di un gabbiano;
un urlo rotto dalla violenza del silenzio.
Anela stabilità, ma lo destabilizza
tende al bene, ma scivola nel male
ottiene tutto ciò che in realtà non desidera
è amato dalla società da cui vuol solo stare fuori.
L'artista è uno strappo mal cucito,
una contraddizione irrisolta, un bug dell'esistenza.
Soffre per incompletezza ma gode dei propri vuoti,
piange dell'abbraccio che poi rifiuta,
è ferito dalla vita, ma non guarda in faccia la morte.
L'artista è la forza della fragilità;
gode del dolore da cui vuole salvarsi.

L'artista soffre del nulla che la gente non vede
anche nel tutto si scava una voragine di niente.
L'artista è la più grande e perfetta espressione
dell'incompiutezza pienamente compiuta.


martedì 5 novembre 2013

L'anoressia e i suoi comandamenti.

<<Vorrei imparare a smettere di digiunare, ma questo succederà solo se arriverò a possedere un corpo felice>>.
Sono curiosa. Troppo. Persino nel periodo in cui dovrei vivere spensierata, staccare un po', resto affascinata, ipnotizzata dall'hotel. Non è un cinque stelle, non ci alloggiano persone famose, non offre pasti in eccedenza. Anzi, è a dir poco essenziale, ma possiede qualcosa che al giorno d'oggi è fuori dal comune: la cultura. Basta salire la prima rampa di scale per trovare un felice portariviste (si parla di periodici seri), così ne ho prelevata una buona manciata per gustarmela in camera.
A forza di leggere mi capita sotto mano questo numero 40 di "Sette" (periodico de "Il Corriere della Sera"), uscito il 4 ottobre 2013. E lo sguardo si punta lì, sull'articolo di Sara Gandolfi riguardo Santa Chiara. Ciò che fa breccia nel mio muro per l'esattezza è il paragrafo "Il misticismo dell'anoressia". Si era introdotto in precedenza il nuovo libro di Dacia Maraini dedicato alla vita della Santa, infatti le citazioni verdi son tratte da lì.
Il tema dei "disordini alimentari" è toccato mediante la mortificazione del corpo: infatti Ella la usava non come forma di autolesionismo, ma di liberazione. Quasi fosse una testimonianza di fede. Spicca inevitabilmente il paragone fulmineo con l'anoressia. Pungente, originale. Calzante.
<<Oggi c'è un'altra forma di totalitarismo, non religioso, il totalitarismo della cultura del mercato che usa il corpo femminile come un'esca per l'acquisto dei prodotti o come oggetto in vendita. Penso che l'anoressia sia una forma di ribellione, una richiesta di spiritualità. Ci sono molti punti di contatto tra l'anoressia delle ragazze di oggi  e un certo modo di vedere il corpo delle mistiche>>. 
Sante o meno, il parallelismo lampante e al contempo incomprensibile si risolve rapidamente: in entrambi i casi il digiuno è visto come l'unica reazione possibile ad una vita opprimente. Della serie: "Decido io, non il mondo per me! Voglio essere libera!" Insomma, che la strada venga spianata da una fede smisurata o da un'ideale di bellezza irraggiungibile, quando la persona si sente soffocare, vede nel rigetto del cibo una salvezza. L'unica possibile.
Che poi nei casi più estremi sempre di fede si tratta: strano come un culto eccessivo del corpo porti allo stesso identico risultato del suo più totale disprezzo. Se non credete che anche l'anoressia odierna a suo modo sia una religione, guardate cosa ho trovato qui.
Il bagno è il mio Sacro confessionale. °Mi prostrerò dinnanzi al gabinetto e farò penitenza per i miei molti peccati. °Sono colpevole di non apprezzare ciò che sono e quello che ho. °Sono un uragano emotivo. Un flusso laverà via questi peccati, mi lascerà per dare inizio a un nuovo domani. °Confesserò quotidianamente, e se non lo faccio, ci sarà un atto di contrizione. °Taglierò o comunque punirò il mio corpo, perché è sempre stato troppo. °Cercherò di essere magra e perfezionerò Ana come mia sorella. Sosterrò altre come me. Difenderò le altre Mia. Sarò perfetta..
Sappiatelo: esistono siti che non si fatica affatto a raggiungere. Basta sapere dove cercare. Basta conoscere i nomi per sentito dire, ragionare con la mente di un adolescente. Pagine web che chissà quanti giovani aiuta a maciullarsi da soli.
Trucchi per mangiare di meno
bevi un bicchiere d acqua ogni ora, t fara sentire piena 2-bevi acqua gelata. il tuo corpo brucerà calorie x portare l acqua ad una temperatura adatta x la digestione. inoltre è buono x la carnagione 3-bevi 3 tazze d tè verde al giorno. dà una spinta al metabolismo, e i suoi anti-ossidanti fanno più bella la pelle. 4-prendi vitamine ogni giorno. nn prendere vitamine a stomaco vuoto, xke in questo caso nn avrebbero niente con cui catalizzarsi 5-mangia ghiaccioli o chewn-gum quando hai fame. questo fara credere al tuo corpo che riceve cibo, ma senza calorie 6-fai aerobica finchè nn senti che stai x svenire 7-mangia cibi piccanti. alzano il metabolismo 8-fai docce fredde, xke il tuo corpo brucerà calorie x far tornare la temperatura corporea alla normalità 9-NON usare lassativi, non ti fanno dimagrire (nota personale:è assolutamente vero, fanno solo male all'intestino se presi spesso!!!) 10-NON usare diuretici, servono solo a disidratarti 11-lavati i denti constantemente, così nn sarai tentata a mangiare qualcosa dopo 12-lega un elastico attorno al tuo polso, e fallo schioccare ogni volta che vuoi mangiare 13-pulisci qualcosa di stomachevole (lettiera del gatto, bagno, l armadio del tuo ragazzo...) quando vuoi mangiare. dopo aver pulito nn avrai più fame 14-tieni i tuoi capelli in buone condizioni, così nessuno sospetterà nulla 15-trova un lavoro che t tenga impegnata durante le ore dei pasti
e poi ancora:
 Decalogo pro ana
I 10 Comandamenti 1) Se non sei magra, non sei attraente; 2) Essere magri è più importante che essere sani; 3) Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra; 4) Non puoi mangiare senza sentirti colpevole; 5) Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo; 6) Devi contare le calorie e ridurne l' assunzione di conseguenza; 7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante; Perdere peso è bene, guadagnare peso è male; 9) Non sarai mai troppo magra; 10) Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo.

E' tutto alla luce del sole, gente. Si trovano da Google; non prendendo chissà quale scappatoia. Non li vede solo che non li vuole vedere. Sarebbe da oscurarli, ma non servirebbe a niente. Non avrebbe alcuna utilità, perché chiuso un sito i ragazzi ne troverebbero altri 100. Non è quella la soluzione.
Però è agghiacciante che chi cerca un amico, un confidente, qualcuno che lo aiuti a risolvere una profonda solitudine, quel vuoto di valori, trovi valido solo questo schifo. Mi disgusta pensare che è un lavaggio del cervello perfetto, inespugnabile in cui l'individuo non si rende conto di niente. E' un ingranaggio così sottile e perfetto, che non lo ferma niente e nessuno. Tanti intervengono, cercano di far riflettere sul significato di gesti che conducono a morte lenta e dolorosa. Ma zero. Sono anime sorde: l'ignorano (nel migliore dei casi) e continuano a darsi consigli preziosi su come attutire il rumore del vomito nel water o come rovinarsi al meglio la vita e l'organismo.
Beh, cari ragazzi e ragazze, voglio dirvi una cosa: Se ora siete soli e vi fossilizzate verso ciò che conduce all'estrema magrezza, invece di concentrarvi sui rapporti umani, li perderete tutti. Allora sperimenterete una solitudine vera, reale che non avrete mai conosciuto prima d'ora; non quella della mamma che bussa nella stanza e implora di parlarvi e voi la scacciate via.
Ci sono solitudini e solitudini... e ci si salva solo prima d'incontrare quella che vi toglie l'anima. Che poi è troppo tardi.
E questo è solo un monito; non un'accusa. Perché il colpevole non è colui che prova il freddo interiore, che si sente inadatto: è chi alimenta lo status delle cose, chi fa in modo che resti così.
Cercando immagini sono incappata in questo articolo. Se il mondo contribuisse a mandare avanti più di queste campagne, invece dello standard freddo di una modella senza sporgenze, forse, almeno per quanto riguarda l'insoddisfazione allo specchio, ci sarebbe più serenità. Perché il fenomeno non era così dilagante quando il sex-symbol, la donna da prendere in esempio, era la Monroe. Meravigliosa e fiera delle proprie rotondità; non le etereee figurette insicure che si vergognano persino di uscire di casa senza sei kg di trucco addosso.
Prima ancora di cercare di essere bella, una persona dovrebbe imparare ad essere forte. A non cadere dei tranelli di un sistema che non è poi così amico dell'essere umano.
Se fosse amico, sarebbe a nostra misura.

Lucca Comics. Quando la fantasia diventa realtà.

Si va. A dispetto del tempo che a volte minaccia pioggia, a volte no, a dispetto della gente del luogo che ogni volta ti fissa stralunato perché sei in costume, quasi non vivesse lì e non ne vedesse di tutti i colori ogni anno. Non c'è speranza: i nativi di Lucca sono sempre i primi ad essere sorpresi e scrollare il capo... ma poi pensi "chissenefrega". Si va!
E così, come tutte le più belle avventure, una volta giunta al termine ti scava una spaventosa lacuna dentro, un bug difficile da sistemare. Un jet lag emozionale che ti lascia confuso, senza forze. Ti ritrovi a casa a pensare "E adesso? Come la riprendo in mano la mia vita?" 
Ogni volta la stessa sensazione, che per me non è una novità: nonostante fino ad oggi non abbia mai piazzato manifesti ovunque, è il mio quinto anno al Lucca Comics e ne vado fiera. E cosplayavo anche (sì, lo so che ho inventato un verbo; lasciatemi fare per favore). Il meteo ci ha regalato pace e tranquillità quasi per l'intera fiera, ad eccezione del 2 Novembre, in cui a metà giornata si è scatenato l'Inferno: chi pregava, chi comprava ombrelli occasionali, chi sbeffeggiava gli altri chiuso nel proprio costume peloso alla Orso Bear "Tanto la pioggia mi fa un baffo", chi sfoggiava il proprio ombrellino ricamato facente parte della maschera pensando subdolamente: "Io posso usarlo e voi no!". Poi c'erano gli sfollati. Sotto ogni padiglione, dentro gli stand e non per diletto. Un attimo avrei voluto una scialuppa. Io personalmente sono stata colta con i compagni d'avventura proprio sotto un albero. Un bel po' di persone con un ombrello solo. Panico e scompiglio, ve l'assicuro. Schiene bagnate e invettive contro ogni cosa. Va beh, in fin dei conti fa parte del gioco. The show must go on.



Un particolare riconoscimento va senza dubbio all'Uomo Tigre, che oggettivamente, accompagnato da una  più che valida banda di figuranti provenienti da ogni zona dell'universo fantastico, è stato spassosissimo e originale. Complimenti, sei uno show man senza pari, davvero.
Ora vi farò vedere alcuni cosplay, ma avendo tipo 300 foto sarò costretta a fare una cernita (il che non è un bene: non conosco molti personaggi). Vi mostrerò quelli che per un motivo o per l'altro hanno attirato la mia attenzione, e che Dio ve la mandi buona!
Male, davvero mooolto male, che abbia scorto di sfuggita, da lontano, con un camion davanti, Momiji di Binbougami ga! e non sia riuscita a contemplare il duetto (sì, perché mi hanno segnalato che era in compagnia di Sakura Ichiko). Le ho cercate a lungo, ma non c'è stato verso d'incrociarle in circostanze migliori.
Ma ora passiamo agli scatti...cercherò di non ciarlare in modo eccessivo, se ci riesco...

Quelli che non necessitano di spiegazioni.





I romantici.
Non me ne vogliate a male per il penoso allineamento delle foto; io stessa sto cercando in primis di mantenere la calma, perché dopo tre anni passati ad imparare che gli elementi vanno assemblati in un certo modo, ritrovarsi a lavorare con l'editor di blogger che non collabora affatto, ti porta sull'orlo dell'esaurimento nervoso. 
Se mi avessero chiesto di conferire un nome a quest'accoppiata, l'avrei chiamata: Le due facce del romanticismo. Il senso d'amore spudorato dietro un immagine de "La Bella e la Bestia" credo non necessiti di ulteriori didascalie. Insomma, sono in versione principessa e principe. 
Per il secondo invece la questione si fa diversa, decisamente più criptica. Però devo riconoscerlo; è geniale! 
Chi non conosce la sua storia avrà pensato: ma che sta facendo quel tizio con la carta incollata addosso?! Bene, no problem. Ve lo spiego io!

Paperman (cliccate per vederlo) è un cortometraggio Disney uscito nel 2012, esso ha accompagnato nelle sale il film Ralph Spaccatutto.Nel grigiore della routine, appena sceso dal treno George incontra Meg: i due si piacciono subito, ma i rispettivi treni li separano di nuovo, lasciando al ragazzo su uno dei suoi fogli di lavoro, l'impronta del rossetto di Meg (il vento lo aveva precedentemente spinto sulla faccia di lei e lui se l'era ripreso).Mentre lavora tra risme e risme di carta e pratiche da sbrigare, il ragazzo si rende conto che Meg si trova nel palazzo di fronte. Così quella pila la impiega per creare aeroplanini al fine di lanciarli per attirare la sua attenzione. La giovane donna non se ne accorge mai, nemmeno quando lui giunge all'ultimo foglio: quello sporcato dall''incontro. Però esso risveglia tutti gli altri ammassati lungo l'asfalto.I due vengono inghiottiti nuovamente dai loro doveri, ma tornando a casa, tutti gli aerei dispersi per la strada si attaccano addosso a George, costringendolo a prendere un certo treno. Intanto Meg si lascia guidare dal foglietto col rossetto, che riconosce successivamente; così viene guidata nello scegliere il treno destinato a incontrare l'altro. Finalmente i due saranno liberi di ricongiungersi e conoscersi.

La prima volta che l'ho visto mi è caduta la mascella e avevo le lacrime. Nel senso che l'intero insieme contiene un forte senso di speranza; è facile che possa accadere qualcosa di fantastico dove il mondo è già magico, ma portare una luce del genere nel contesto grigio della metropoli ti porta alla commozione, ti dà modo di sperare che anche tra fumo e grattacieli possano accadere i miracoli. Mi ha lasciata di stucco la prepotenza con cui la fantasia irrompe anche in storie all'apparenza troppo comuni e noiose, che non lasciano intatti i sogni, né la felicità.
Oserei affermare che per quanto diversi, i due cosplay rappresentino entrambi degli amori a modo loro sofferti, in cui i protagonisti devono lottare per sentirsi pieni.

Quelli dall'atteggiamento giusto.
Avete presente quando li guardi muoversi e ti rendi conto che in effetti si comportano in modo uguale?! 
Quando la differenza non la fa tanto il personaggio che fai, ma come lo fai!



NB: Alice distribuiva perfino cioccolatini! Oh sì, per l'esattezza li teneva nel secchio. Più dolce di così, si muore.



Quelli che mi son piaciuti e basta (ovvero: la mia scelta non è discutibile).





C'erano anche Sulley e Mike di Monsters & Co. Una gioia a guardarli, solo che il piccoletto verde è interpretato da un bimbo vero e non mi sembrava il caso né di tagliare la foto, né di censurarla in parte, né di schiaffare su internet un minore senza il consenso dei genitori. Spero per voi che abbiate avuto la fortuna di avvistarli. Che amori.
Ok, adesso basta! Sia perché voi vedrete il post a un orario da sani di mente, ma sappiate che l'ho terminato a scrivere alle tre e un quarto del mattino. Comincio a sentirmi un po' esausta.
Concludo con un pensiero: se ci fossero più cose così da ricordare e meno guerre, il posto sarebbe migliore. Perché tutti hanno il diritto di sentirsi protetti ancora una volta, di tornare bambini. E mi dispiace tanto per chi non è in grado di capirlo.
Alla prossima, anime! Sarà più presto di quanto immaginate, visto che ho quasi pronta una riflessione delle mie... e non è una minaccia!

lunedì 4 novembre 2013

Lucca: non solo Cosplay

Fuga di comici


C'erano anche loro: comici e youtubers. Sotto mentite spoglie o meno, nulla cancellerà il fatto che erano presenti... e io non li ho visti. Lo scopo della loro comparsa è stata la presentazione di "Fuga di Cervelli".
Fomento su facebook in cui rimbalzano le notizie. Willwoosh ad esempio (tanto per citarne uno) ha postato la seguente foto sulla sua pagina dicendo: Idraulici non vi temo! Matano, altro attivo nel web, lascia anche lui alcuni scatti di sé dei giorni precedenti, per poi lanciare l'appuntamento ai fans: Sto andando al Lucca Comics (Cinema Astra). Per mezzogiorno sono lì. A fra poco! 

Al fine di tutto commenta dal cellulare: Super giornata! Se questa giornata avesse le mutande le metterebbe sopra ai pantaloni. 
Che dire: incisivo. Personalmente nient'altro da aggiungere; è stato breve ma intenso come al solito. Altro per cui mi sono mangiata i gomiti è stato Ruffini, anche lui non-incontrato. Stupida me e il mio non essere nel posto giusto al momento giusto! Se qualcuno di voi che legge è riuscito a scovarli e ad avere una loro testimonianza (una foto, un'impronta digitale, un video, una ciocca di capelli) è pregato vivamente di postarla nei commenti, così lo invidio un po'! 
(Nel caso della ciocca di capelli, postate direttamente la foto di essa).


Cotto e frullato...e fotografato!
Vi dice niente lo slogan: "Frullato è meglio!"? Ma certo che sì, sono convinta che la vostra testolina sappia perfettamente cosa intendo. Lui aveva lasciato scritto questo: A Lucca ci sono TUTTI i giorni, TUTTI!!!! Il 31, l'1, il 2 e il 3!! Il 31 cazzeggio, l'1 ho 2 conferenze al Japan Palace, una dalle 11 alle 12 da solo dove parlerò del doppiaggio e una dalle 17 alle 19 con Simone Fnacazzista dove parleremo di alcuni talenti web che stanno nascendo. Il 2 e il 3 sarò al palco a condurre la gara Cosplay insieme al mio socio Luca Panzieri! Pls non chiedetemelo più, mi sta venendo l'ulcera XD 
Vi assicuro che è stato di parola. L'abbiamo visto di sfuggita presentare, ridere, scherzare su quel grande palco che abbraccia i cosplayer più competitivi. Ma in giro niente; come cercare un ago in un pagliaio.
Intanto la gente postava foto con lui e si pavoneggiava per averlo incontrato. Al che uno pensava: adesso basta! Perdersi i comici della presentazione era giustificabile; in fondo li si vedeva per poco...ma non lui! Non proprio lui che affermava di andarsene in giro tranquillamente tutti i giorni!
Poi è successo. Attendevo gli altri fuori dallo stand (amo fotografare in generale, ma specie con i cosplay era doveroso raccogliere più immagini possibili) quando sento una voce maschile chiamare: "Maurizio, Maurizio!", al che mi si son rizzate le antenne... ed ecco finalmente l'ago! Nemmeno ci credevo. 
Il cervello che si raccomandava: "Digli qualcosa d'intelligente; d'intelligente, mi raccomando!". Nel preciso istante in cui me lo son trovata davanti, tutto ciò che ne è uscito è stato un: "Nuooo! Non ci credo!" 
Lui in tutta risposta, con la miglior voce che poteva sfoggiare, ha fatto un "Credici" che sapeva tanto di supereroe. Mitico Merluzzo.
Impressioni a caldo?! Non mi aspettavo esattamente una persona così: dolce. Sapete, uno lo vede fare lo spiritoso, atteggiarsi, divertire lo spettatore con una certa sicurezza. Si fa l'idea di un tipo tutto d'un pezzo, quasi un duro. Poi magari alla live tra un insulto, una cazzata e l'altra gli scappa un: "Siete fantastici voi fans, vi voglio bene", sciogliendo un sacco di cuoricini. In questa contraddizione uno si chiede: qual è il Maurizio reale? 
Mi fa piacere rispondere che secondo me è quello del "vi voglio bene". 
Era davvero contento di vedere la gente nonostante la fretta, di concedergli un pezzettino di sé e quasi si scusava per la sua corsa. Come se si fosse preso volentieri un caffè con chiunque lo fermava, se ne avesse avuto il tempo. Una persona accomodante, alla mano... e ne sono contenta, perché non tutti sono così autentici. Grazie Merluzzo!

PLACEBO “20 YEARS” – LA ROSA E LA CORDA. La biografia che nessun fan si aspettava più!


Edito da: Sound and Vision

Prefazione: Teho Teardo

Testi: Francesca Del Moro

Tò, ma guarda te! Proprio sul mio blog è spuntata fuori una timida nuova etichetta: Placebo. Tanto tutti sanno che sono di parte: un mucchio di gente ormai giunge qui solo per leggere qualcosa su di loro; vi facilito solo la ricerca... allora qual modo migliore di utilizzare internet se non per pubblicizzare questa meraviglia, dato che l'ultima biografia esistente sulla band è stata stilata su fogli di pergamena da monaci amanuensi ed è persino fuori commercio?! Tra l'altro le poche copie che circolavano al tempo potrebbero esser state distrutte dal Diluvio... e in quelle copie Molko aveva ancora 5 anni. No dai, così esagero ma avete capito il punto. In giro c'è la più totale disinformazione su una band che fa la storia della musica alternativa da circa 20 anni... e intanto la Terra viene infestata da teneri libri sugli 1 D, e sono ovunque. Non credete di salvarvi. 
Volete proprio questo per il vostro futuro e per i vostri figli?! Ma certo che no!
Per questo vi consiglio di comprarla. Vorrei poter affermare che per ogni acquisto del libro ne verrà distrutto uno sulla pessima musica, ma non sarà così. Quella purtroppo sopravvivrà...ma possiamo sempre fare la nostra parte!
Salvo gli scherzi, questa è molto più che una biografia e basta: è un riscatto per una band disprezzata e insultata da chi fatica a comprenderne il senso e soprattutto per i fans, che finalmente hanno la soddisfazione di avere loro notizie senza esser costretti a tradurle dall'inglese o peggio ancora dal francese. Riscatto per i fans anche perché c'è una parte dedicata a tutti loro pensieri, ai motivi della loro passione per una band che non ti lascia affondare da solo (ebbene lì in mezzo c'è anche la mia spiegazione; non potevo certo starmene fuori). L'amore di chi li segue credo sia la miglior risposta a tutti gli scettici, a chi deride, a chi ascolta ma non sente.