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giovedì 3 ottobre 2013

Miley Cyrus e l'arte del leccare il martello

Tutti quanti sicuramente vi chiederete chi è Miley Cyrus.... Ma anche no. Nessuno da tempo se lo domanda affatto. La ragazza è riuscita a farsi conoscere anche dal più ignorante degli ignoranti, sicuramente per l'incredibile introspettività dei suoi brani. Ci mette proprio corpo e anima.
Avevo circa tredici anni quando guardavo distrattamente le rocambolesche avventure del telefilm Hannah Montana, nel quale una giovane star famosa maschera la propria identità praticamente cambiando parrucca (il solito cliché da film per ragazzi). Tante volte non era nemmeno così malvagio:  la protagonista e gli amici sono personaggi divertenti.
Da lì pensavo quasi si fosse rinchiusa in un bunker; non ho più saputo nulla di lei fino agli MTV Music Awards 2013, in cui sarebbe stato difficile ignorarla. Ma vi farò capire meglio di cosa sto parlando.

Vi posto il video del noto brano "Wrecking Ball", termine che dovrebbe indicare esattamente una palla da demolizioni. Possiamo trovare una Hannah Montana ovviamente non più bambina -anzi, proprio donna- alle prese con pene d'amore laceranti. Muri troppo spessi da abbattere.
La canzone non resta subito impressa: ecco, diciamo che non è proprio quel pugno in un occhio, quello strattone che ti lascia stordito e confuso; ci devi fare l'orecchio, ma con qualche ascolto è probabile che ci si possa abituare e resti in testa per qualche giorno.
Il testo non è dall'originalità stupefacente, perché in fin dei conti racconta della solita situazione in cui uno dei due pone il suo rifiuto e l'altro, ferito, urla la sua sofferenza, rinfacciando gli sforzi vani per raggiungere il cuore della persona amata.
Abbiamo graffiato, abbiamo incatenato inutilmente i nostri cuori
Abbiamo saltato senza mai chiedere perché
Ci siamo baciati, sono caduta sotto il tuo incantesimo
Un amore che nessuno potrebbe negare
 
 Inizia così: con una storia che comincia nonostante tutto. Potrebbe funzionare, anche se si comprende già da subito che sta per palesarsi il problema.... infatti il ritornello è un disperato:
Sono arrivata come una palla da demolizione
Non ho mai colpito così forte in amore
Tutto quello che volevo era distruggere i tuoi muri
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
 Sì, mi hai distrutta
Ok, magari non è la più fantasmagorica delle formule musicali, ma devo dire che alla fine ci sta anche; interpretativamente è impeccabile, con quella voce che si carica di rabbia nei punti giusti come a volersi liberare di un dolore lancinante. Nel video addirittura vieni sommerso da quei due occhioni lucidi grossi, che ti rovesciano acqua addosso. Una canzone d'amore carina; dal tema un po' ordinario, ma un buon prodotto.
Quest'analisi perché non voglio rifilare due insulti superficiali e chi s'è visto s'è visto. La combinazione occhio lucido- voce- testo- musica, magari un piccolo brivido me lo dà.

Ora però spiegatemi perché necessariamente si debba leccare un martello. Esplicatemi il senso di cavalcare una palla da demolizioni nuda. Addirittura ci sono fan della cantante che affermano che il martello nasconda l'intrinseco significato dell'amarezza e durezza dell'amore. Capisco... quindi lo si lecca; mi sembra giusto. D'altronde, non si può nemmeno pretendere che si vada a cavalcare una palla da demolizioni vestiti; non è mica un cavallo. Ogni situazione richiede un abbigliamento consono, come questo che in tal caso calza a pene...pennello. Scusate, mi sono confusa. 
Quello che a questo punto mi chiedo è: perché una canzone d'amore struggente, che contiene uno strazio profondo, ferite da abbandono eccetera eccetera, debba essere accompagnata da una sottospecie di film porno di bassa lega?!
Tutto questo mi riporta sempre a quando ero una ragazzina (non che ora sia adulta), che guardavo una trasmissione su un canale della parabola che parlava delle mini stelle della tv e alla brutta fine che avevano fatto (era sui bambini famosi stranieri, non "Meteore"). Non è un bello spettacolo sapere che questi vengono cresciuti sotto i riflettori per anni ed anni e poi abbandonati al loro destino: una volta giunti all'età adulta, non li fa lavorare più nessuno; molti entrano nel tunnel della droga, i meno impetuosi si danno all'alcool. Sono vite interamente distrutte dallo star system.
Da qualche tempo a questa parte però, le mini star (femminucce) si sono organizzate: per non finire bruciate come quelle anni 80' e 90', eccole tutte a leccare martelli. Chi cambia modo di vestirsi, pensare, parlare; chi fa girare scatti integrali per il web; chi fa sconcerie alle trasmissioni musicali e chi ne ha più ne metta.

Dal 2000 in poi è come se fosse avvenuto un salto quantico, un'evoluzione della specie. E' a quel punto che la piccolina che canticchiava canzoncine strambe sui canali per l'infanzia, ora si ritrova a mangiare torte a forma di organo riproduttivo maschile di dimensioni spropositate. Così: per precisare all'universo il concetto che la bambina si è fatta donna, per cancellare le tracce d'innocenza neanche fosse puzzo di latte. E' divenuto un must non scritto per una ragazzina famosa, raggiunta una certa età, stracciare via quell'immagine mostrando due tette al vento, facendo appena si presenta la possibilità qualcosa di spinto. Per gridare al mondo: "Ecco, è arrivata la donna".
Non che una persona non sia libera di disporre del proprio corpo come vuole; ma non può diventare nemmeno un passaggio obbligatorio per testimoniare l'approdo all'età adulta. Soprattutto per il semplice fatto che il messaggio viene recepito negli stessi termini da quattordicenni/quindicenni che imparano ad usare il corpo per piacere al mondo. Se una tizia in tv si mette in testa di passare dalla bambola di pezza al cavalcare palle demolitrici, la vita è la sua. Però si dovrebbe avere quel minimo equilibrio per comprendere, che la fascia di età che ti segue e prende come esempio, ha appena smesso di guardare Winnie the Pooh e non fa in tempo a gettare il bambolotto, che si ritrova a leccare martelli con entusiasmo, in modo ambiguo. Il risultato dello star system sono le ragazzine confuse che si svendono per una ricarica al cellulare, si scoprono per una manciata di "mi piace" su facebook. Una schiera di modelle che cercano il principe azzurro nella maniera sbagliata, collezionando delusioni senza chiedersi il perché.
Le celebrità, almeno una volta tanto farebbero bene ad insegnare la semplicità, i sentimenti autentici, come instaurare delle relazioni vere. Perché l'artefatto è ovunque. Perché la vita viene sminuita troppo spesso dal volgare; come una canzone che poteva essere delicata e dolorosa allo stesso tempo, invece è ridotta ad un film porno. Non sono il nudo o lo sconcio a fare paura; quanto l'appiattimento delle emozioni stesse.

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