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martedì 9 ottobre 2018

Private Life e la gioia di avere un figlio


La modernità spesso sfida le leggi ancestrali della natura: in un mondo sempre più tecnologico siamo convinti che ci sia sempre tempo per mettere al mondo un bambino. Ma se non fosse davvero così?
Una coppia di coniugi sulla quarantina riceve lo schiaffo degli anni passati a tergiversare tal decisione. I due hanno temporaneamente accantonato l'idea di un figlio, sacrificandola in nome della propria carriera artistica, successivamente vari impedimenti li allontanano dalla possibilità di essere finalmente dei genitori. Da allora riuscire nel loro intento diventa un chiodo fisso, al punto da chiedere aiuto a una loro nipote acquisita: sarà lei la tanto cercata donatrice di ovuli, nonché una delle loro ultime speranze?
Non si può definire questo film come triste, sarebbe alquanto inesatto perché l'atmosfera che regna è quella dell'attesa e di una silenziosa rassegnazione. I due perseverano con determinazione, senza lasciarsi troppo angosciare dai numerosi fallimenti o comunque non li prendono mai come un alibi per fermarsi e gettare la spugna. Sono figure eroiche moderne, che nonostante le incertezze non si lasciano fermare prima di aver raggiunto l'obiettivo e soprattutto sono capaci di portare avanti la loro dolorosa battaglia senza chiudere il cuore al prossimo.
Il destino li premia infatti con l'arrivo di Sadie, nipote dalle spiccate doti artistiche che li cerca per vivere con loro. Lei è giovane, bella e sembra avere i requisiti che la coppia vorrebbe in un figlio ma, soprattutto le vogliono bene.
Sadie incarna un po' la ragazza giovane dei nostri tempi: bella, disinibita, intelligente, con la passione per le foto, ma che non riesce a focalizzare esattamente il suo futuro per colpa della sua grande discontinuità. Sembrerebbe una figura stereotipata eppure Kayli Carter sa regalarle uno spessore particolare e si dimostra determinante per la riuscita del ruolo. Dapprima più frivola e leggera, riuscirà a trasmettere allo spettatore i suoi stessi valori e sensibilità; è spontanea e ci mostra il mondo secondo i suoi occhi pieni di vita. Ella porta un nuovo smalto nell'esistenza di Rachel e Richard, che assaporano con la sua presenza cosa significhi avere una terza persona in casa.
Da quest'avventura ciascuno dei tre sicuramente ha imparato qualcosa, ma non saprei ben definire cosa. Sicuramente la storia grida che risolvere i problemi è più costruttivo del piangersi addosso chiedendosi di chi sia la colpa, ma soprattutto ci spinge a cercare la speranza ovunque senza perderci lungo la strada solo perché è difficile.
La lezione più importante che possiamo apprendere è che l'esistenza va accettata senza certezze, consapevoli che non è detto che troveremo sempre le risposte alle nostre domande.

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