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giovedì 4 agosto 2016

Like a phone without connection

A volte proviamo in tutti i modi a farci raggiungere dalle persone a cui teniamo, ma ci pare di urlare nel vuoto, in maniera disperata, a polmoni infiammati. E che di là non sembrano nemmeno tendere l'orecchio. 
È dura quando la comunicazione sa di telefono rotto o di una barca che affonda.
E ci si sente sempre più lontani, ma non solo da loro. In generale dalla realtà.
Perché forse quelle poche persone, nei momenti in cui sei perso, sono l'unico appiglio con la realtà.
E forse perdendole si perde anche la realtà.
Si combatte sempre nella vita per qualcosa e io mi sono resa conto che quando tengo a qualcuno, la mia lotta è sempre doppia: una lotta per farmi voler bene e una lotta per essere capita senza fraintendimenti, come avviene un po' da troppi anni. Un triste tormentone. 
Spesso mi sono sentita come un libro che la gente legge all'inizio perché sembra divertente, ma poi comincia a saltare le pagine. Mi sono sempre chiesta chi tra me e gli altri cambiasse lingua lungo la lettura.
A volte ci si dovrebbe ricordare che le persone sono persone anche quando smettono di essere divertenti, anche quando hanno bisogno di un appiglio per andare avanti.
Da qui si capisce se gli si è voluto bene sempre o se il bene non c'è stato mai.
Dalla voglia di capire il dolore e non far sentire il vuoto dentro a chi è importante.

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