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giovedì 9 aprile 2015

L'infinito loop di Groundhog Day



Groundhog Day -per gli amici "Ricomincio da capo", a testimoniare quanto fedelmente i titoli vengano tradotti in italiano- ci riporta indietro nel tempo. Siamo esattamente negli anni novanta e quest'atmosfera -tanto cara a me, che l'ho vissuta da piccolina- è ovunque e inconfondibile.
Il nostro protagonista, Phil Connors è un meteorologo e viene inviato insieme a Rita e Larry, a prendere parte alla ricorrenza del Giorno della marmotta, nella microscopica cittadina di Punxsutawney.
Senza tanti giri di parole, questa marmotta esce da una porticina il 2 febbraio e in base al vedere la propria ombra o meno, parlando col sindaco -non chiedete a me come fa- gli comunica se l'inverno finirà presto o meno.
Phil è un tipo senza peli sulla lingua, sarcastico e a tratti si dimostra anche acido. Vede questa faccenda come un qualcosa di ridicolo da sbrigare molto in fretta per poi tornarsene dalle sue parti.
Ma diciamo che il tempo -in  nessun senso- sarà dalla sua parte. La bufera di neve che incombe, tiene in pugno i tre e li costringe a rimandare la partenza di un giorno.
Peccato che questo fantomatico domani, non arriva mai.
Phil si sveglia tutte le mattine successive con la stessa sveglia alle sei, costretto a vivere all'infinito quel maledetto 2 febbraio.
Nemmeno lui sa bene come comportarsi, se c'è qualche passo da compiere per spezzare il cerchio. Infatti si lancia nella più profonda improvvisazione giornaliera, poi ci pensa bene e dirotta il suo tempo alla conquista della bella Rita. Poi però le acque sembrano sempre muoversi poco e lui gradualmente coinvolgersi troppo nei confronti della donna.
Non aspettatevi intricate soluzioni alla inception; qui siamo in ambito puramente umano.
Il viaggio più che psicologico, è emozionale: all'inizio della vicenda ci viene presentato un uomo, che giunto alla fine non si riconosce più e giunge addirittura a togliersi la corazza, a svelare le sue debolezze, tutta la sua umanità. Vengono offerti allo spettatore, spaccati di una sensibilità incredibile.
In fin dei conti, la chiave di lettura intera del film, consiste nel fatto che prima di cambiare giornata, qualcuno doveva cambiare completamente la propria anima e il suo modo di vedere le cose.
Dalla partenza asettica alla yogurt scaduto, si finisce perfettamente inseriti nel mondo interiore del protagonista, dove si credeva non potesse entrare nessuno a curiosare.
Pellicola particolarmente bella, adatta a coloro che non sono mai stanchi d'ispezionare le emozioni.

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