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martedì 25 giugno 2013

Credete che il finale di Lost si sia perso?


ATTENZIONE: Se non avete finito a vedere suddetta serie, scappate via! Questo post contiene molti, molti, molti, molti, molti, molti, molti, molti, davvero molti spoiler; pertanto siete pregati di scappare! Io ve l'ho detto eh: lettore avvisato, crepa ammazzato (no aspetta, mi sa che non era proprio così!).
Sapete cosa?! Quando finisco una serie tv, di solito non so mai con chi parlarne a parte la mia dolce metà (le seguiamo quasi tutte insieme), perché ogni persona che ci circonda si trova in un punto differente della storia. Ordunque mi son detta : <<Federica, ma tu non avevi un blog?!>>  <<Yes, of course!>> Così eccomi qui, a torturare voi povere anime innocenti con le mie impressioni a caldo. 
Avete presente lo spoiler di Matt Groening che apre la puntata dei Simpson?


Sempre il mio lui lo avrebbe preferito alla chiusura effettiva della sesta serie. Invece per me non è stato così terribile, anzi: vero è che lascia irrisolti molti dei misteri introdotti nel corso delle stagioni; ma l'ho trovato ugualmente più originale e meno scontato del continuare con viaggi temporali, paradossi, salti nell'aria e ulteriori giochetti radioattivi. Se dovessi definirlo con due parole, lo dipingerei come "terribilmente umano".
Vincent è si protagonista dell'ultima scena, ma non con la spiritosaggine dello spoiler fake.
Rimembrate ordunque il tormentone "Si vive insieme, si muore soli" che ricorre inesorabilmente, incessantemente ogni qualvolta succede qualcosa di minimamente pericoloso? Bene. Tenetelo a mente, che quanto accade è tutto finalizzato a rassicurare gli animi, a smentire tale frase. Quindi, come termina? Tutti vivi o tutti morti? Mi spiace ragazzi, tutti morti, ma non nel modo comune d'intenderlo. Sebbene il succo della questione in soldoni è quello, è un discorso troppo complesso per risolverlo così. Non intendo fornire una spiegazione dettagliata, visto che nemmeno il suo ideatore si è impegnato a fornirla; però a quanto pare questo genio qui si è divertito a far tornare i conti. Beata volontà. Ringrazio a queste persone d'esistere, perché mi semplificano il lavoro (si lo so, sono pigra). D'altronde, non ha senso mettermi a svelare misteri già risolti in modo magistrale da qualcun'altro. Non ho mica scoperto l'acqua calda!
Io intendevo solo commentare, sentirne il sapore, la dolcezza e allo stesso tempo la crudeltà. Questo finale è un gelato al veleno e volevo gustarmelo insieme a voi.
Il succo della questione è che la gente, morendo aveva bisogno di andare a finire da qualche parte in cui potesse ritrovarsi, risolvere le proprie questioni interiori, un limbo prima dell'aldilà; così molti dei personaggi si ritrovano a vivere i sideways, al fine di ritrovare le persone importanti e in un certo senso riscattarsi. Il luogo dei sideways, non è pertanto collocato in una linea temporale, né spaziale definita. Il che vuol dire, che quelli che son lì sono si tutti morti, ma non hanno un quando ben definito: Kate ad esempio non muore quando lo fa Jack,  ma siccome prima o poi accadrà anche a lei, quel luogo la accoglie già, anche se lei in realtà sta ancora vivendo. Ci finisce perché al termine della propria esistenza vuole stare con quelle persone che hanno avuto un significato. In parole povere, i fatti veri sono quelli dell'isola e la storia parallela altro non è che un limbo.  Detto ciò, prima di parlare del senso, vorrei concentrarmi un po' sui personaggi che ci hanno fatto innamorare. Ovviamente sono tutti eroi che hanno ciascuno un ruolo difficile, scomodo, ma inevitabilmente ogni spettatore prende le parti di colui che è riuscito ad entrargli nel cuore. Io ho preferito senza dubbio Jack, Desmond e Sayid, anche per come si sono concluse le loro storie.
La storia del primo strazia l'anima: questo rapporto travagliato genitore/figlio esasperato fino a inventarsi padre per risolvere la questione, questo non sentirsi mai uno con gli attributi nonostante salvi anche il mondo, è qualcosa che accomuna in un certo senso gli esseri umani. Come del resto, il dubbio che lacera Sayid, in bilico continuamente tra bene e male, è qualcosa che ci colpisce e affonda in noi a profondità che non credevamo esistessero. Jack, che per quanto angosciato crea per se un figlio a cui volere bene, che ricorda quasi una "gravidanza isterica" e l'altro che poi sceglie il bene facendosi esplodere. Il cattivo che diventa un grande eroe. Ad un'attenta analisi, i temi da loro toccati sono i più angoscianti e universali: le incomprensioni con i genitori, il non sentirsi mai abbastanza fino a che non si dà la vita e la lotta contro i propri demoni interiori, sconfiggere una volta per tutte il male.
Desmond invece è particolare e l'avevo capito già da quando lo presentavano che pigiava il bottone. Il suo ruolo così legante è mascherato, sotteso; ci si accorge solo in seguito che si trattava di una delle poche cose davvero importanti. Lui fa un'azione di una bellezza incommensurabile, immensa, più grande di lui, che mette i brividi: aiuta le anime degli amici che si stavano cercando, a ritrovarsi. Grazie a questo fantastico personaggio, loro non perdono le persone amate. Ma riprenderò poi la questione.


Volevo celebrare un attimo la classe degli ultimi istanti, la poesia di una chiusura che riprende al contrario l'apertura della prima serie e le conferisce continuità. E' come se così facendo si fosse chiuso un cerchio, come se si fosse tornati alle origini e finalmente l'intera questione trovasse un senso. Finisce così, con Jack che spira e osserva l'aereo con i pochi fortunati a bordo che si salvano, con accanto Vincent. Primo piano sul viso agonizzante, inquadratura sul dettaglio dell'occhio, e poi la sigla.  E' agghiacciante che il personaggio più fedele agli affetti, alla parola data, l'uomo con la maggior propensione ad aiutare il prossimo, muoia proprio con un cane a fianco. E' un simbolo di una dolcezza, di un'immediatezza assoluta, che purtroppo a forza di pensare ai tanti punti che non tornano, molti si sono persi. 
Alcuni a forza di fare calcoli si sono persi il finale. Il motivo per cui tutto acquista un senso. Si, che ci siano discrepanze, anfratti di storia incompresi e incompleti, sono d'accordo; ma non potete perdervelo così.
Ammetto che è una cosa di cui io stessa mi sono accorta solo scrivendo, ma non abbiamo guardato gli avvenimenti dalla giusta angolazione. Abbiamo (mi ci inserisco, visto che l'ho realizzato da poco) preso la faccenda con il solito frettoloso gelo calcolatore all'occidentale. Ma pensateci: quanto calore fa l'immagine di un uomo che muore con un cane a fianco. Quanto amore c'è da parte dell'animale verso un personaggio che non era nemmeno il padrone... e da qui la morale. Stupenda. Un fuoco che ti scoppia in cuore e incendia tutto. Viene scandito in modo inequivocabile per tutta la storia "Si vive insieme, si muore soli" e poi la parte più importante, il senso ultimo, viene buttato lì in pochi secondi, è una frase distratta che passa inosservata. Sono poche parole pronunciate e mai più ripetute, che non noti concentrandoti a fare conteggi.
Il concetto è che non si muore soli. Hanno trovato il modo per trovarsi e varcheranno la soglia dell'aldilà uniti. Mi amareggia un po' leggere in giro che è stato per qualcuno un finale deludente, ma per me dà senso a tante cose. Gli affetti non finiscono e trovano il modo di ricominciare un'altra vita. Viene cancellata la solitudine, la cattiveria, la sofferenza e si trova la più completa pace. Finale con retrogusto amaro per via della morte, ma è una distruzione poco tangibile, perché viene resa piccola dall'amore.

Voi invece che ne pensate? Quali sono i personaggi che avete amato e perchè? Aspetto commenti e auguro una buona serata a tutti!

4 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. A me il finale è piaciuto così come è stato. A suo modo è stato perfetto... Se avesse spiegato tutto non sarebbe stato Lost, e tradirsi proprio alla fine sarebbe stato imperdonabile. Quanto all'interpretazione del significato, quella che dai tu - realtà/isola... L.A/Limbo - è la più universalmente accettata... Ma anche in questo caso, per me conta poco. Ciò che mi, ci spingeva a guardare Lost era proprio l'incertezza, quella sensazione di sospensione e curiosità.

    Ogni telefilm, alla fine lo si guarda per un motivo che va al di là della trama o della logica che sta dietro... Mad Men o The Sopranos li ho amati per la bellezza assoluta delle scene, dei dialoghi, della regia... Will & Grace o Sex & The City perchè erano proprio spassosi... Game Of Thrones per l'picità... E Lost, in un certo senso, perché mi faceva girare le palle :)

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    1. A dirla tutta, quando ti avvicini all'ultima puntata diventa palese che non chiuderanno mai tutto ciò che hanno aperto, perché il tempo a disposizione è troppo poco.

      Io ho seguito Buffy ed Angel per il tormento, l'eterna lotta tra bene e il male, quella lacrimuccia che sta sempre aggrappata al viso pronta a scendere... e poi quei momenti bizzarri in cui una battuta stupida smorza tutto. Seguo How I met your mother perché i personaggi sono tutti da amare e sono il classico gruppo di amici veri che ognuno vorrebbe avere e perché è divertente. Poi mi sono seguita parecchie puntate di Scrubs e Dr. House per il loro carattere agrodolce; tante risate e poi piangi a fontana di punto in bianco per la morale pesante, talvolta inaccettabile. Game of Thrones devo iniziarlo, che m'incuriosisce non poco.
      Ci sono tanti motivi per cui uno è spinto a vedere un determinato telefilm, e non è mai per logica, ma per qualcosa che abbiamo dentro che vi si rispecchia, per uno strano senso d'appartenenza :)

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    2. Ah, dimenticavo: con Lost è iniziata perchè l'ho trovato intrigante e volevo davvero vedere come avrebbero risolto tutto. Poi mi sono innamorata dei personaggi, delle loro pesanti afflizioni come se fossero mie e il lato logico/coerente è andato letteralmente a farsi friggere.

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