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mercoledì 5 dicembre 2018

"Lei" e un amore al limite dell'immaginazione



Questa è una bellissima storia d'amore. Tra un uomo e il suo sistema operativo.
No, ragazze: non è la solita barzelletta trita e ritrita dell'uomo che parla più con Siri che con voi, è proprio il film che sto cercando di recensire, per cui andiamo avanti.
Theodore Twombly è un triste e solo cittadino di una Los Angeles futuristica, in cui è possibile acquistare un sistema operativo, l'OS 1, provvisto di un' intelligenza artificiale capace di progredire man mano che conosce il suo proprietario. È così che Theodore resta affascinato dalla sua Samantha, nome che sarà lei stessa a scegliersi. La donna in questione sembra portare un bagliore di luce nella triste vita di questo solitario, il cui lavoro è scrivere lettere d'amore per gli altri. Tuttavia la vicenda si trascina inevitabilmente dietro una sorta di domande e ostacoli che possono avvicinare due persone o allontanarle per sempre. Quale sarà la loro strada?

La pellicola salta all'occhio per il suo fare pittoresco: è ricca di memorie, d'immagini, come se ogni scena fosse una foto ben precisa da tenere a mente e riporre in un album; spesso è proprio l'inquadratura ravvicinata su un dettaglio ad esprimere lo stato d'animo del protagonista. Si alternano scene di calore, coperte e giochi ad altre in cui la sensazione di essere un'isola è estremizzata dall'abitazione del protagonista: un appartamento ultramoderno dalle cui vetrate può osservare dall'alto in basso l'intera città senza tuttavia sentirsi parte della stessa.
La faccenda è complicata. Molto molto complicata e il film spicca per raffinata delicatezza e soprattutto ringrazio perché non ha lanciato il solito messaggio: "Le macchine non hanno un cuore, ci uccideranno tutti" ma ha posto un quesito molto più grave e nel contempo da soppesare: "Come può amare una macchina? Come un essere corporeo o il suo amore è così mentale da superare le barriere fisiche degli umani?"
Potremmo ridurre l'intera questione al fatto che il nostro Theo sia un'immaturo che preferisce avere la donna perfetta che gli dica qualcosa di perfetto, ma è davvero così infantile riuscire ad amare una creatura addirittura sprovvista di corpo, chiedendosi ogni giorno se lei stessa sia vera in quello che prova, che dice, che pensa? In definitiva quello che c'è tra i due è un effettivo "amore per il diverso" o l'ennesima moda, come un gadget che sfrutti e poi butti via?
A rimarcare i dubbi dell'uomo su qualcosa di fasullo ci si mette anche la sua migliore amica Amy, che gli racconta della sua spiccata e complice amicizia con un altra OS 1: fanno amicizia con noi e ci compiacciono solo perché sono programmati per farlo?
Tuttavia è l'intelligenza artificiale a lanciare il messaggio più sorprendente; la diffidenza degli esseri umani riguardo qualcosa che non capiscono non è niente di nuovo. La domanda vera è: come può sviluppare amore una macchina e quanto quell'amore può progredire in maniera prettamente mentale? Diventando cosa?
Il vero essere limitato è la macchina o l'uomo? Dovremmo stare attenti al confronto, potremmo rischiare di far brutta figura.

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