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domenica 23 aprile 2017

Crimson Peak. Un'irripetibile danza macabra.

Questo è un film che ha davvero molto da offrire e non sto parlando degli occhioni blu di Tom Hiddleston... ok ci sono anche quelli, ma sono un discorso a parte. 
Edith Cuscing, pargola di un uomo d'affari abbastanza potente, ha visto sporadicamente il fantasma di sua madre, che ad ogni incontro le ha intimato di stare alla larga da Crimson Peak. La ragazza anche crescendo continua a credere ai fantasmi, tanto che scrive una storia incentrata su di loro. Il manoscritto piace tanto ad un audace giovanotto-occhioni blu, Sir Thomas Sharpe, baronetto con l'aspirazione di fare l'inventore, che ne approfitta per porgere le sue avanches alla nuova Mary Shelley. 
Lei accetta di buon grado, ma il padre, che la vedeva già in sposa a un medico molto gentile che la conosce da anni, Alan McMichael, cerca qualche falla nella storia personale del ragazzo. E non resta deluso: impedisce il matrimonio perché entra in possesso di documenti interessanti. 
Tuttavia muore e l'unione diviene effettiva: Edith va a vivere con Thomas ... e la sorella di Thomas, Lucille. 
I due fratelli dopotutto hanno sempre avuto solo quella casa in cui vivere e il patrimonio di famiglia è inesistente. Andrebbe anche bene (veramente no) se non fosse che Lucille è simpatica quanto un caimano a digiuno. Dimostra da subito una LEGGERA ostilità nei confronti della novella sposa, nonché una LIEVE intromissione nella vita di coppia del fratello.
Edith non vive bene lì: la casa è praticamente a cielo aperto, marcia e devastata in più punti e, siccome è situata su di un giacimento di argilla rossa, la stessa esce anche dalle assi del pavimento. Il sogno di Thomas è quello d'inventare un macchinario di estrazione e seguitano i tentativi... ma sua moglie continua anche lì a vedere fantasmi. La giovane è sempre più debole e le visite indiscrete degli spiriti cercano di dirle qualcosa. Ma cosa?!
Salterei l'analisi del personaggio del padre: fa a malapena in tempo a dire che Thomas non può sposare Edith e corrompere i due fratelli per farli partire, che all'istante muore. Però rende bene l'idea, perlomeno si dimostra autoritario e categorico.
Ben riuscito è il ruolo di Alan. Anche se poco presente ci mette tutta l'intenzione... e per fortuna. Di lui apprezzo la tenacia e l'infinita pazienza, ma capirete poi. Anche se non si può dire che domini la scena, è comunque d'impatto.
L'intero film è monopolizzato dai fratelli Sharpe, Edith e la casa.
Sì, avete letto bene: la casa. Ha un suo respiro, è piena di segreti, di spiriti, possiede una vera e propria anima, vive in maniera pesante addosso ai protagonisti. È come se la portassero sulle spalle. La casa è morbosa: trattiene tutti e nel contempo li spinge a scappare. La casa è piena zeppa di passato che da un lato è solo da dimenticare, ma invece viene conservato. Sembra quasi che sia pronta ad uccidere da un momento all'altro.
Edith e Lucille hanno entrambe due caratteri forti: Edith per il bene dell'amato sa incassare le provocazioni ma nel frattempo tenere un occhio aperto. Il suo personaggio è riflessivo, intelligente, portato all'indagine. Non si fermerà davanti alle mezze verità.
Dulcis in fundo, amo Lucille. Non tanto per il suo ruolo nella storia, quanto per il semplice fatto che non è affatto semplice essere lei, seguire il suo filo logico, le sue reazioni. Jessica Michelle Chastain rende Lucille in maniera assolutamente fantastica. È reale, ti butta addosso i suoi sentimenti nell'immediato. Diretta e brutale.
La parte migliore la recita Tom. Lascia senza difese notare come sulle prime sembri quasi privo di slanci d'umanità, per poi lasciarla esplodere tutta all'ultimo. Il suo viso da una maschera piuttosto spavalda si evolve nell'arco della narrazione, fino a palesare amore, sofferenza, pentimento, pietà in maniera non convenzionale. Offre moti interiori che vanno scavati a fondo e necessitano di riflessione.
Mi ha colpito l'insieme. Ogni ingranaggio è al posto giusto e funziona in maniera perfetta.
Il finale vi porterà a battere i pugni e strapparvi i capelli. Il dramma è serpeggiante, velenoso, infesta l'ambiente fino al suo giungere devastante. Fino a che non si può più ignorare l'ovvio. 
Un film crudele, pieno di pathos, impietoso, da guardare fino a consumarsi gli occhi.
Mi ha tolto dieci anni di vita, ma lo avrei guardato un'altra volta appena finito.  

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