Sapevate che Bruce Lee per certi versi era più meno un tuttologo? Ovviamente io no, son sempre l'ultima a sapere le cose. Fortunatamente ho recuperato e adesso vi racconto!
Chi era davvero costui? A questo quesito ha cercato di trovare una risposta per tutta la sua vita. Il suo obiettivo primario è sempre stato raggiungere l'autenticità, essere una persona reale e non fatta di maschere. Essere, non apparire. Nonostante la sua esistenza fosse un continuo accavallarsi d'impegni e lavori, le pagine trasudano che in tutte le circostanze probabilmente è riuscito ad essere onesto: non l'attore, non il maestro, non lo scrittore; semplicemente Bruce Lee. E scusate se è poco.
L'anima del libro è condotta interamente dall'essenza del Jeet Kune Do, arte marziale concepita direttamente da lui, per cui non conta la vittoria, ma realizzare se stessi nel combattimento.
Ogni situazione va vista come un'occasione in più per l'autoconoscenza, per essere esperienza e non lasciarsi destabilizzare o decentrare dalle circostanze.
Lo stile si presenta senza particolari intoppi, ma è una lettura da effettuare con una certa concentrazione, anche se in alcuni punti torna in maniera ridondante. Però, per intenderci, non vi consiglierei di approcciarvi a tal testo con la mente rivolta ai mini pony e agli arcobaleni. Il cervello deve essere con voi in quel momento e confluire in maniera giusta nelle parole.
La definirei un'opera fortemente esistenziale, con l'intento di aprire nell'individuo porte che non sapeva nemmeno di avere. Per cui, lo dico seriamente, se cercate qualcosa di arioso con tanto di cavalli che volano e fanno magie... beh, avete sbagliato reparto. Mi spiace.
Similmente, quando raggiunge lo stadio più alto nello studio degli insegnamenti taoisti, chi pratica il kung fu torna a essere una persona qualsiasi che non sa niente del Tao, né dei relativi insegnamenti, e che è privo di qualsiasi conoscenza. Si allontana dal calcolo intellettuale e fa prevalere lo stato di vuoto mentale,
Quando si raggiunge la perfezione finale, il corpo con tutte le membra fa da solo quello che deve fare, senza che la mente interferisca. L'abilità tecnica diventa automatica e indipendente da qualsiasi sforzo cosciente.
Bruce Lee ci chiede, almeno per 346 pagine, di uscire dalla nostra ottica occidentale che mira a schiacciare l'individuo: pensa solo al successo, ai risultati, senza chiedere a nessuno di guardarsi dentro per scoprire realmente chi è, le proprie potenzialità.
Percepire l'insieme di tutte le cose, che hanno semplicemente dei poli opposti, senza antagonismi che disgregano. I poli opposti sono in continua armonia e si alimentano l'un l'altro.
Il principio è la flessibilità. Essere malleabili come l'acqua, capaci di adattarsi a qualsiasi situazione e affrontare i problemi adeguandosi invece che opponendo resistenza.
Non mi aveva forse quest'acqua appena mostrato il principio del kung fu? L'avevo colpita con tutta la mia forza, ma non si era fatta niente. L'avevo colpita di nuovo con forza, ma non si era minimamente ferita! Avevo provato ad afferrarla, ma era stato impossibile. Quest'acqua, la sostanza più arrendevole del mondo, che può essere contenuta nel vaso più piccolo, era debole solo in apparenza. In realtà, era in grado di penatrare la materia più dura al mondo. Era così! Volevo diventare anch'io come l'acqua.
Durante la lettura, Bruce c'immerge confidenzialmente, quasi tenendoci per mano, umanamente e teneramente, nel suo forte mondo. Un mondo in cui non basta poco per arrendersi, in cui dopo ogni caduta si ricomincia. Un universo fatto di studio, di lotta, di lavoro, di filosofia. Ci ritroviamo in un accattivante kaleidoscopio di culture, tutte legate insieme da una più profonda intelligenza, da apertura mentale.
L'acqua non ha bisogno di convincere nessuno: lambisce dolcemente volta per volta, attendendo che sia la pietra ad arrendersi. Proprio così, egli riesce a trapassare la roccia più dura.
Perché questa terribile -sì, al giorno d'oggi per molti è terribile, se si considera che è più importante sempre e comunque nascondersi- onestà, questa pulizia di pensieri, sincerità, conquista chiunque. Anche chi non l'ha conosciuto mai, come me, prima di questo libro.
I capitoli toccano gli argomenti più disparati, ma soprattutto toccano delle corde nell'individuo scomode. Degli argomenti che solitamente vengono accantonati per pigrizia. Celati in qualche angolo; lasciandoli aggredire dalle polveri del tempo, fino a che sarà tardi per parlarne, per lavorarci su. Non si rincorrono le arti marziali e basta per tutte le pagine: qui si rincorre l'essere umano. Lo si sviscera in tutto il suo essere. L'autore c'invita ad essere nudi, a diventare capaci di metterci in gioco e vivere il presente per quello che siamo, senza la paura di agire che poi diventa una triste prigione.
Avrei sinceramente voluto riempirvi di frasi che mi sono segnata. Stralci importanti, che mi hanno colpita. Ho già riempito la mia pagina facebook di estratti, d'insegnamenti di cui fare tesoro. Se alcune manciate di pagine mi sono sembrate ridondanti -perché certi articoli vengono ripetuti con delle variazioni per mostrare il processo di scrittura e di pensiero-, da altre son stata completamente rapita.
Non posso fare un copia-incolla del libro, leggete almeno qui per farvi un'idea. Di queste parole mi sono innamorata.
Non posso confermarvi che divorando le pagine ne uscirete salvati: ciascuno si deve salvare da solo.
Persino per lui è stato difficile, salvarsi da solo. La sincerità disarmante di Bruce consiste proprio in questo: alcuni capitoli c'insegnano, senza pretese, come dovremmo vivere... ed altri raccolgono le riflessioni, sia positive che negative, i momenti di crollo. L'ottimismo di fondo dei suoi scritti, non l'ha mai tradito: non ha mai compromesso la sua credibilità e onestà.
La parte che ho amato di più, sembra quasi un ago in un pagliaio; scollegata dal resto e rivela qualcosa di estremamente bello. Per la maggior parte del tempo, scorgiamo un Bruce forte, che cerca d'indicare la via e non si fa uccidere moralmente e fisicamente da nulla; poi incappiamo nella sezione dedicata alle sue poesie, che denotano una certa solitudine di fondo. Un'anima molto forte e fragile nel contempo, capace di spezzarsi con nulla, ma di rialzarsi tenacemente. Un uomo che soffre la solitudine fisica e mentale, come tutti gli altri esseri umani. Credo sia stato proprio il rivelare anche le proprie debolezze, a convincermi totalmente nel ritenerlo una persona autentica, pur conoscendo poco o niente di lui.
Anche i grandi hanno le proprie fragilità. Ma sanno sempre trasformarle nell'ancora che gli impedirà di andare alla deriva.
Il flauto silenzioso
Spero di non possedere mai,
Né d'esser posseduto.
Non aspiro più al paradiso,
Soprattutto non temo più l'inferno.
Il rimedio alla mia sofferenza
L'avevo in me fin dall'inizio,
Ma non l'ho preso.
Il mio malessere proviene da dentro,
Ma non l'ho considerato
Fino a questo momento.
Ora mi accorgo che non troverò mai la luce
Se, come una candela, non divento il mio stesso combustibile
Consumando me stesso.
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