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lunedì 24 aprile 2017

Le conseguenze.


Ieri ho visto un cane morire avvelenato. 
Scrivo questo post perché le persone sono di pietra, perché gli esseri umani non sono degni di essere definiti tali. Certi titoli la gente dovrebbe meritarseli. 
Ma già ho capito benissimo che il mondo non si merita niente.
Voi... sì dico proprio a voi. Voi che fate il male con questa vostra leggerezza e poi andate a mangiare una pizza... la pizza vi si deve incastrare in gola, e che nessuno ci sia ad aiutare individui così poveri e miserabili in quel momento. Dovete affogare nella vostra stessa intolleranza, nel vostro stesso odio. Dovete crepare soli. 
Voi. Quando fate questi capolavori, invece di andare a vivere la vostra spensieratezza, vi porterei da un veterinario a vedere il dopo. Lo dovete guardare, che effetto fa poi, il vostro capolavoro.
Lo dovete vedere, quanto siete bravi. 
Dovete assistere al mugolare di un animale spaventato che cerca di sopravvivere, mentre il corpo non reagisce più e fa come vuole; dovete guardare il panico negli occhi dei padroni, mentre cercano di fare qualcosa e ogni speranza affonda tra le lacrime. Quando prendono in braccio un corpicino esanime ma cercano ancora di salvarlo. Dovete assistere con attenzione, quando il veterinario prova a risolvere ma è costretto a dire che non c'è niente da fare.
Dovete respirarlo in prima persona, lo schifo che create. Perché raccontato così non rende.
Vi dovreste strappare la pelle dalla vergogna. 
Invece avete ancora il coraggio di andare in giro, con quelle facce identiche al fondoschiena.
La notte non dovete dormire: vi deve girare il pianto dei padroni nella testa, come un brano ripetuto in un loop infinito. I loro pianti devono essere l'ultimo suono che sentite in vita vostra.
Vi dovete vergognare di esistere. Non ve lo meritate, perché chiunque voi siate avete distrutto una vita per divertimento, e con quella vita tutto ciò che c'è dietro.
Distruggere una vita ne distrugge sempre tante intorno.
E voi potrete fare spallucce, dire che era solo un animale. Ma gli animali veri siete voi, perché io non ho mai visto cani uccidere per loro divertimento, ma le persone sì.
Le persone sono così poco persone, che non si vergognano nemmeno ad uccidere i propri simili.
Fatevi due domande.
Io non mi aspetto più che qualcuno capisca. Non mi aspetto più nemmeno che qualcuno legga. Ciò che scrivo è crudele, è troppo spietato; in realtà è solo la vita così.
Io mi limito a raccontare. 
Questa pagina in realtà la scrivete voi. 
Voi che praticate il male e vi aspettate che non se ne parli.
È troppo comodo che nessuno ve lo ricordi mai. 

domenica 23 aprile 2017

Crimson Peak. Un'irripetibile danza macabra.

Questo è un film che ha davvero molto da offrire e non sto parlando degli occhioni blu di Tom Hiddleston... ok ci sono anche quelli, ma sono un discorso a parte. 
Edith Cuscing, pargola di un uomo d'affari abbastanza potente, ha visto sporadicamente il fantasma di sua madre, che ad ogni incontro le ha intimato di stare alla larga da Crimson Peak. La ragazza anche crescendo continua a credere ai fantasmi, tanto che scrive una storia incentrata su di loro. Il manoscritto piace tanto ad un audace giovanotto-occhioni blu, Sir Thomas Sharpe, baronetto con l'aspirazione di fare l'inventore, che ne approfitta per porgere le sue avanches alla nuova Mary Shelley. 
Lei accetta di buon grado, ma il padre, che la vedeva già in sposa a un medico molto gentile che la conosce da anni, Alan McMichael, cerca qualche falla nella storia personale del ragazzo. E non resta deluso: impedisce il matrimonio perché entra in possesso di documenti interessanti. 
Tuttavia muore e l'unione diviene effettiva: Edith va a vivere con Thomas ... e la sorella di Thomas, Lucille. 
I due fratelli dopotutto hanno sempre avuto solo quella casa in cui vivere e il patrimonio di famiglia è inesistente. Andrebbe anche bene (veramente no) se non fosse che Lucille è simpatica quanto un caimano a digiuno. Dimostra da subito una LEGGERA ostilità nei confronti della novella sposa, nonché una LIEVE intromissione nella vita di coppia del fratello.
Edith non vive bene lì: la casa è praticamente a cielo aperto, marcia e devastata in più punti e, siccome è situata su di un giacimento di argilla rossa, la stessa esce anche dalle assi del pavimento. Il sogno di Thomas è quello d'inventare un macchinario di estrazione e seguitano i tentativi... ma sua moglie continua anche lì a vedere fantasmi. La giovane è sempre più debole e le visite indiscrete degli spiriti cercano di dirle qualcosa. Ma cosa?!
Salterei l'analisi del personaggio del padre: fa a malapena in tempo a dire che Thomas non può sposare Edith e corrompere i due fratelli per farli partire, che all'istante muore. Però rende bene l'idea, perlomeno si dimostra autoritario e categorico.
Ben riuscito è il ruolo di Alan. Anche se poco presente ci mette tutta l'intenzione... e per fortuna. Di lui apprezzo la tenacia e l'infinita pazienza, ma capirete poi. Anche se non si può dire che domini la scena, è comunque d'impatto.
L'intero film è monopolizzato dai fratelli Sharpe, Edith e la casa.
Sì, avete letto bene: la casa. Ha un suo respiro, è piena di segreti, di spiriti, possiede una vera e propria anima, vive in maniera pesante addosso ai protagonisti. È come se la portassero sulle spalle. La casa è morbosa: trattiene tutti e nel contempo li spinge a scappare. La casa è piena zeppa di passato che da un lato è solo da dimenticare, ma invece viene conservato. Sembra quasi che sia pronta ad uccidere da un momento all'altro.
Edith e Lucille hanno entrambe due caratteri forti: Edith per il bene dell'amato sa incassare le provocazioni ma nel frattempo tenere un occhio aperto. Il suo personaggio è riflessivo, intelligente, portato all'indagine. Non si fermerà davanti alle mezze verità.
Dulcis in fundo, amo Lucille. Non tanto per il suo ruolo nella storia, quanto per il semplice fatto che non è affatto semplice essere lei, seguire il suo filo logico, le sue reazioni. Jessica Michelle Chastain rende Lucille in maniera assolutamente fantastica. È reale, ti butta addosso i suoi sentimenti nell'immediato. Diretta e brutale.
La parte migliore la recita Tom. Lascia senza difese notare come sulle prime sembri quasi privo di slanci d'umanità, per poi lasciarla esplodere tutta all'ultimo. Il suo viso da una maschera piuttosto spavalda si evolve nell'arco della narrazione, fino a palesare amore, sofferenza, pentimento, pietà in maniera non convenzionale. Offre moti interiori che vanno scavati a fondo e necessitano di riflessione.
Mi ha colpito l'insieme. Ogni ingranaggio è al posto giusto e funziona in maniera perfetta.
Il finale vi porterà a battere i pugni e strapparvi i capelli. Il dramma è serpeggiante, velenoso, infesta l'ambiente fino al suo giungere devastante. Fino a che non si può più ignorare l'ovvio. 
Un film crudele, pieno di pathos, impietoso, da guardare fino a consumarsi gli occhi.
Mi ha tolto dieci anni di vita, ma lo avrei guardato un'altra volta appena finito.