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lunedì 26 marzo 2018

Non ho fatto in tempo a vederlo e già parlano tutti di Ready Player One.


A quanto pare non lo scaricheranno su Netflix come tutte quelle pellicole che non hanno trovato una via... come potrebbero! Questo film piace, piace da matti anche se onestamente ancora non l'ho visto ma sono molto, molto curiosa e sicuramente ci sarà a seguito una bella recensione e vi dirò se la faccenda è davvero così da delirio. Io mi auguro di sì, altrimenti mi toccherà picchiare le persone che mi hanno riempita di news entusiasmanti. Sarebbe come quando tutta una classe femminile impazzisce per un uomo e te lo raccontano come un dio in maniera dettagliata, poi lo vedi e fai: "Ma seriamente, ragazze?"
Mi auguro pertanto che non sia un Pesce d'Aprile in leggero anticipo. Anche perché anche Anomalisa fu lanciato da tutti con entusiasmo ma stendiamo un velo pietoso... però dietro Ready Player c'è Spielberg, che a quanto pare non ha perso la voglia di stupire le persone. 
Ne parlano tutti come se avessero avuto una visione e hanno citato almeno una cinquantina di volte Shining, quindi aspettatevi un riferimento inequivocabile, come aspettatevi anche molti altri riferimenti anni '80, '90 e credo tanti tanti effetti speciali. Se siete dei nostalgici appassionati di film esploderete di gioia nel vedere quanti richiami al passato ci saranno lì dentro.
Ragazzi la chiudo qui, vi assicuro che è la prima volta che parlo di qualcosa che ancora non ho visto e spero sarà anche l'ultima. Si è creato così tanto tumulto dietro questo film che era impossibile non accennare nulla in proposito, mi auguro solo che non ci siano così tante aspettative per poi ricevere una grossa delusione.
Ad ogni modo lo scopriremo presto... e occhio a non confondere il mondo virtuale con quello reale, anche se quello virtuale talvolta è più felice. 

Ps: già che ci sono vi lascio anche una reaction al trailer che girammo un po' di tempo fa... anche lì eravamo affascinati ma non troppo ottimisti. In bocca al lupo, speriamo di essere piacevolmente sorpresi.



martedì 20 marzo 2018

Glow... quando a luccicare sono i cattivi!

Vi capisco. Colgo in voi l'ormai immensa difficoltà nel trovare su Netflix qualcosa di fattibile da seguire, dal momento in cui stanno cominciando a gettarci  dentro ogni sorta di cosa che sembra non funzionare (tanto per citare un film, The Cloverfield Paradox). Il mio umile intento è, pertanto, quello d'indirizzarvi verso qualcosa di commestibile. 
Quindi perché non Glow, dal momento in cui presto uscirà anche la seconda stagione?


Los Angeles, 1985. Ruth Wilder, aspirante attrice dal carattere strambo, brioso e a tratti tragicomico, sta cercando disperatamente una parte ma continua a collezionare buchi nell'acqua, fino al momento in cui riesce a partecipare ad un nuovo programma: GLOW (Grandiose Lottatrici del Wrestilng).
Il programma è seguito e ideato da Sam Sylvia, che definire "sopra le righe" è veramente andarci piano. Egli è un regista di film di nicchia, che in genere hanno un significato e una trama che credo non capirà nessuno nemmeno a fine serie; fatto sta che cerca con questa nuova idea (ovvero donne che lottano in costumi succinti) di guadagnare i soldi per dar vita a un film che dovrebbe essere il suo capolavoro.
Altro personaggio di rilievo è Debbie Eagan, la biondissima migliore amica di Ruth. Per colpa di entrambe e non solo, si creeranno situazioni al limite del fantascientifico.
La noia è bandita per sempre da questa serie tv. Non esistono puntate sottotono, il carattere comico ma con importanti spunti di riflessione dell'opera si protrae persistente fino al finale. Domande esistenziali molto serie ci scorrono sotto gli occhi mentre questo gruppo di ragazze si conosce, si allena, impara a collaborare e, perché no, a litigare (non sarebbe realistica una serie tv in cui una ventina di donne vanno d'amore e d'accordo) sotto lo sguardo vigile... anzi, sballato di un regista visionario, esagerato, assurdo sia nelle idee che negli atteggiamenti. 
Non avrei mai immaginato che il mio personaggio preferito potesse essere Ruth.
Lungo le puntate la ragazza finisce per commettere parecchi errori, per cui riceverà senza sé e senza ma il ruolo di cattiva. Interpretata da Alison Brie, a livello caratteriale è resa in una maniera piena di pathos e sarcasmo. La donna inizialmente punta a far notare a tutti le sue spiccate doti recitative, per poi rendersi conto che recitare un ruolo è un arte molto sottile, che viene fuori anche se non sei la superstar ma la sua perfetta antitesi: una gloriosa cattiva. E quanto ho amato questa cattiva. Per quanto le sue azioni possano essere talvolta assurde, è un personaggio buffo, una sorta di macchietta e credo sia proprio questa la sua arma vincente: la sua spiccata simpatia porta il pubblico a empatizzare e a tifare per lei piuttosto che per qualche sua collega più impettita e formale. 
Altro esempio di caratterizzazione ben riuscita è appunto quella di  Sam, che è un estroso pazzoide che ha imboccato più di una volta la strada sbagliata, ma sempre con una sorta di ghigno in volto, sempre un po' alla "ma che me ne frega". È un uomo adulto, anzi abbastanza in là con gli anni ma è come se non fosse mai cresciuto. Solitamente si tira fuori dagli impicci con sproloqui parecchio insensati e un po' di droga. Fortemente insofferente alle regole, è costretto a capire che la realtà a volte pone dei limiti ben precisi alla sua fantasia e che quei limiti a una certa vanno rispettati. 
Altra figura che ho gradito davvero, è quella di Melrose per svariati motivi. Innanzitutto è stilisticamente concepita per creare una collocazione spaziotemporale: la guardi un paio di secondi e non puoi fare altro che pensare: "Ok, siamo a Los Angeles negli anni '80". Appena appare in scena lo spettatore ha un quadro molto preciso di dove e soprattutto quando si trova. Purtroppo non sono riuscita a reperire una foto che possa rendere meglio tale idea.
È una ragazzaccia ricca, viziata, sfacciata e irriverente con tutti i difetti che potreste trovare sulla faccia della Terra. Però fa questo con classe... no non è vero neanche quello, la finezza non è da lei. Anzi, è anche molto volgare. ma in molti momenti è come se desse la scossa al gruppo, come se invitasse le altre con i propri atteggiamenti ad essere più reali, meno impostate, più folli. Come se sfidasse le compagne a tirare fuori il peggio, perché i buonismi potrebbero non essere veri.
Glow è una serie molto particolare, che vi consiglio perché è seria senza tuttavia esserlo davvero e insegna a ciascuno che non è davvero importante essere ad ogni costo degli eroi senza macchia e senza paura avvolti nella bandiera americana, ma ciò che conta davvero è saper interpretare la propria parte qualunque essa sia. Ci sono casi in cui è molto più divertente fare i cattivi e la riuscita di questi antieroi così umani, realistici nei loro pregi e difetti, ne è la piena prova. Se arrivi ad amare i cattivi, direi proprio che hanno recitato bene.


mercoledì 7 marzo 2018

8 Marzo. (Ancora una volta)


Avevo appena terminato di fare la doccia. L'asciugamano morbido, lasciato sul termosifone, infondeva in me una strana sensazione di sicurezza, di calore e pace tanto a lungo mancata. Come un abbraccio, come una carezza distratta data solo per affetto e senza pretese, come una mamma che cova nella sua testa il bambino che nascerà e ne immagina le forme.
Domani è l'8 marzo, la mia festa. La festa di tutte. Festeggerò con le amiche anche se dovrò probabilmente evitare un centinaio di cibi e non potrò toccare vino... ma chissene, l'importante è stare in pace e divertirsi un po'.
Non sono ancora abituata a ciò che cambia dentro al mio corpo. È come se ogni giorno dovessi svegliarmi e capire che è proprio dentro di me, che dopo tanti sacrifici, sta accandendo un miracolo. È come se le lacrime andassero a radunarsi da qualche parte per formare qualcosa di bello, come se confluissero in un fiume di gioia e tutto perdesse importanza. Non è poi così importante che la realtà è sbagliata e composta da un  milione di difficoltà e che a volte sembra semplicemente una giungla famelica nella quale hai paura di affacciarti e vivere.
Accesi la televisione più per spegnere i pensieri che per seguire realmente qualcosa. Era come se le parole fossero suoni indistinti privi di valore, continuavano a rimbalzarmi addosso come i messaggi insistenti delle mie amiche: "Vieni? Ci contiamo!"
Saranno secoli che non le vedevo, ero così felice di scoprire come sarebbero cambiate, come si sarebbero vestite, quali motivi avrebbero avuto per sorridere. Io avevo loro... e il mio bambino. Era una famiglia strana, ma era quella che mi ero costruita nella mia immaginazione: io, il mio bambino e le mie amiche.
Il mio bambino... non ero certa che sarebbe nato, ancora non gli avevo dato un nome nonostante ci fosse da mesi. Temevo che portasse sfortuna, data la situazione complicata. Lui non voleva sentirne molto parlare.
Era un maschietto. All'improvviso scalciò forte, di soprassalto anche lui. Avevo appena finito a cambiarmi.
La porta si spalancò e fece il suo ingresso come uno spettro crudele. Una volta, tante volte fa, era il motivo per cui alzarmi la mattina, l'amore della mia vita. Ma una mattina ti svegli realmente e capisci che i motivi per alzarti te li sta togliendo.
Non disse nulla, nemmeno un saluto, si lanciò direttamente sul divano.
«Domani ho un pranzo...» sibilai come una poveretta da un angolo della stanza. Come se non esistessi.
«Non se ne parla, chi mi cucina? Poi si sa cosa vai facendo tu con le amiche...»
«Ti prego, non puoi organizzarti? Te ne avevo già parlato...»
«Puoi parlarmene tutte le volte che vuoi, a me non interessa.»
«Ho deciso una cosa... io e Nico ce ne andiamo» gli diedi il nome di fretta, volevo che avesse un posto.
E fu tutto così brusco, come accadeva sempre. Tutto letteralmente da togliere il respiro. Mentre cercai di prendere la valigia già pronta e nascosta in camera, mi afferrò per la gola, mi schiantò contro il muro.
Potevo andarmene di nascosto, ma volevo chiarire. Volevo parlare, ancora una volta. Volevo salvarlo ancora una volta. Gli chiesi di lasciarmi e lo fece, ma ero spaventata e scesi le scale quattro a quattro, pur di scappare. Ormai era tutto così chiaro, ma così tardi.
Lui non voleva parlarne. Non voleva mai. Mi seguì per i gradini, mi strattonò ancora una volta e rotolai giù. Non contai per quanto tempo, non contai quanto dolore.
Lui non contò il sangue... è difficile contare il sangue di due persone, rivolto a terra in una pozza. È difficile affrontare la propria pochezza.

Aveva sempre deciso tutto lui, ma fu logorato dai sensi di colpa a vita. Talmente logorato che fece scrivere "Nico" sulla lapide del nostro bambino. 



Domani è la Festa della Donna. Divertitevi, festeggiate, ma non rimandate ancora una volta il rispetto e l'amore che meritate.
Non lo fate per gli altri che sono preoccupati: fatelo per voi, che meritate di vivere.

venerdì 2 marzo 2018

The End of the F***ing World senza spoiler



Serie tv che non passa certamente inosservata, narra la storia di due rampanti giovani, Alyssa e James, che stanchi delle loro vite deprimenti e noiose, scappano lontano da tutti, combinando non poche catastrofi che sconvolgeranno per sempre le loro realtà.
Alyssa è una ragazza molto repentina, istintiva e sfacciata, conosce James a scuola e decide che forse con lui potrebbe nascere qualcosa, proprio perché è un tipo strano. Quest'ultimo acconsente di stare con lei, perché ha sempre desiderato uccidere un essere umano (per provare finalmente una qualche emozione) e come occasione gli sembra particolarmente succulenta. Egli è tutto l'opposto di lei: schivo e introverso, partorisce molti pensieri che faticano a giungere alla bocca, mentre Alyssa ha l'abitudine di esternare qualsiasi cosa, parolacce e insulti compresi le passi per la testa.
È una storia breve che mira dritta al cuore, perché i protagonisti si portano dietro tutta la contraddittorietà e le insicurezze tipiche della loro età, ma ciò che vivranno sarà così grande da cambiarli completamente. È impossibile non tifare per loro, qualsiasi cosa abbiano in mente. I personaggi principali sono ben caratterizzati a livello psicologico, di loro si percepisce ogni sfumatura caratteriale. 
Particolarmente interessante è anche lo stile, che oscilla con disinvoltura dal comico al drammatico come fosse un pendolo e ne percepisci la variazione sempre un attimo dopo, perché questa serie mira a cogliere tutti di sorpresa. Io penso che sia riuscita nell'intento, se poi volete anche gli spoiler, vi lascio qui sotto una recensione per approfondire.

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Un bacione, anime!