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venerdì 6 febbraio 2015

Il sottobosco dell'editoria e le sue bizzarre razze.

Per sottobosco si definisce quell'ambiente letterario che c'è prima del classico ricchezza, fama e potere dello scrittore di successo. Esso si popola talvolta di razze strane o perlomeno inconsuete, che collaborano o talvolta si fucilano tra loro... che adesso eploreremo più nel dettaglio.

1) Gli umanitari.

Sembra un'utopia, ma esistono realmente. Sarebbe più facile scovarli nei gruppi facebook ambientalisti dove si salvano solo foche e balene -meglio salvare gli animali, che gentaglia che non lo meriterebbe-; eppure sono tra noi. Anche loro si danno alla scrittura: ne ho conosciuti, posso attestare che ci sono.
Qual è il problema? Nessuno. È una delle poche categorie che assolvo volentieri; l'unico loro neo è nel credere fermamente che a ciascuno si possa chiedere un minimo di partecipazione. Pensare che ogni persona sia normale è un grave errore; pertanto, gli Umanitari talvolta ottengono più chiacchiere contrarie e inimicizie -bello come funziona l'umanità, eh?!-. Sarebbe un discorso troppo logico e sensato aiutarsi tutti quanti ed essere amici perché si condivide la stessa passione.
Se sei un Umanitario, non arrenderti: ti stimo. Se il mondo, seppur a piccoli e lenti passi cambia, è perché esistono molti altri come te, che non si fanno demoralizzare solo perché va di moda l'infamia.

2) Le sanguisughe.

Fortemente partecipi nel social network, dove in genere scovano le loro vittime... non fatevi imbrogliare dalle minute dimensioni: sono letali!
Bonarie ma nel loro fintissimo modo personale, sono solite aggirarsi vicino alle pozze d'acqua alle quali si abbeverano gli Umanitari: senza questa razza infatti, loro non esisterebbero nemmeno. Individuano la specie portante e ci si attaccano senza pietà, cominciando a succhiare vita. 
Sono sempre le prime che li appoggiano e collaborano. Partecipano a questi grandi gruppi d'aiuto, usufruiscono della bontà altrui al fine di ricevere pubblicità... poi eccole in azione, intente a sabotare il sistema dall'interno. Una maldicenza di qua, una recensione negativa a qualcuno di là e pian piano vanno rosicando le fondamenta. Una volta raggiunto lo scopo prefissato -che si tratti di una manciata di recensioni o di "mi piace" ha ben poca importanza-, hanno l'usanza di distruggere tutto per via dell'invidia: io ho ricevuto e ok, ma non sia mai che ne usufruisca qualcun altro!
Pertanto sono anche le prime a far circolare voci diffamatorie a proposito degli Umanitari -costretti a litigare a destra e sinistra nonostante l'indole pacifica, pur di capirci qualcosa-, a segnalare persone e a compiere qualsiasi azione malefica che la testa gli consigli. Sono una piaga diffusa e inafferrabile; perché se sei una Sanguisuga, agisci in modo che non ti scopra nessuno: la tua identità la conosci solo tu!


3) Gli Oscar Wilde.

Più esclusivi degli Illuminati, loro sono già un passo avanti. 
Forse la razza peggiore in circolazione. Loro leggerebbero volentieri i libri altrui, se solo non ne scrivessero di così stupendi già di proprio pugno. C'è solo un modo per entrare nella loro casta per pochi eletti: come per i vampiri che vengono morsi e diventano tali -ma già la procedura dei vampiri è più semplice-, devi accettare di partecipare ai loro riti segreti... e mostrarti sempre d'accordo con loro. Perché è una specie dalla psicologia fissa: un solo fraintendimento e sei bollato per sempre; mancano di elasticità mentale. 
Tra i più sofferti del sottobosco, nel profondo del proprio animo si dilaniano per lo strazio di essere superiori a te e non offrire un aiuto nemmeno in punto di morte. Ma non è colpa loro, se sono nati più bravi!
Élite privilegiata,  disdegna l'esordiente medio e stila prolissi monologhi in cui lo decompone parola per parola. Tanto che non resta nemmeno un ossicino da gettare nell'umido.
Gli studiosi hanno inoltre rilevato due sottorazze di Oscar Wilde: gli Altisonanti e i Finti Umili
Gli Altisonanti sono i più semplici da scovare. Ridondanti, onnipresenti, puoi chiudere gli occhi, aprire il primo social che ti viene in mente e trovare una loro pubblicazione... accompagnata da un gentile sermone di quindici pagine, che stringi stringi dice che devi assolutamente leggerli perché sono i migliori in assoluto.
I Finti Umili, invece di darti sui nervi, sono quasi esilaranti. Si agganciano agli Altiosonanti, perché sotto sotto riconoscono la stessa razza. Andrebbero avanti all'infinito con salamelecchi verso di loro, pur di ricevere altrettanti complimenti. Ovviamente, in entrambi i casi, mai fare tre cose:
1) Non fategli notare che sbagliano come tutti i comuni mortali;
2)Non chiedetegli una mano: gli Altisonanti vi snobberebbero in modo palese, magari specificando che non possono abbassarsi al vostro livello, mentre i Finti Umili fingerebbero di non aver ricevuto la notifica;
3) Questa, mi raccomando, è un'informazione da cui dipenderà la vostra vita: non fategli MAI, per nessun motivo, notare che non avete mai visto un loro libro in libreria, nemmeno nella pila degli scarti.
Se sei un Oscar Wilde, gradirei che mi facessi vedere la foto del tuo best seller sullo scaffale di una libreria... non quella sotto casa.


4) Gli Spammer.

Perché curarsi di scrivere un bel testo, quando lo si può spammare ovunque?! Categoria che recentemente ho rivalutato -almeno sgobbano invece di pavoneggiarsi-: tutti gli emergenti devono essere un po' spammer al giorno d'oggi, altrimenti nessuno si accorge della loro esistenza. 
S'infiltrano nelle case di ognuno... e, proprio quando stai cercando la ricetta della marmellata che ti faceva tua nonna da bambino, con tanto di pacca sulla spalla mentre la mangiavi sulla fetta biscottata, t'imbatti nel loro psico-thriller fantascientifico romantico di ultima generazione. Al che chiudi la finestra e pensi di esserti salvato... ma poi, a tradimento, mentre sei intento a spulciare il web per trovare a tutti i costi il nuovo modello delle Nike, che volevi comprare l'altro ieri ma che poi non hai trovato al negozio, eccolo qui: di nuovo. L'avventura del secolo è di nuovo sotto i suoi occhi... e sai già che sarà inutile scappare -un po' come la Lamia in "Drag me to hell"-, perché ti scoverà sempre e comunque.
Se sei uno Spammer, hai comunque una marcia in più; a patto che non importuni la gente sui post delle ricette di Benedetta, o su quelli della crema per i piedi.

5) I Tuttologi.


Scrittori. E giornalisti... e pifferai magici, blogger, cantanti, attori, giocatori di poker, imbianchini, politici e non poteva mancare, pittori. Specializzati in un po' tutto, stringi stringi tendono più a realizzare il niente. Chi troppo vuole nulla stringe e lo sanno bene... ma i molteplici interessi allontanano questi bizzarri artisti dal sentiero. 
"Quale sarà la mia strada?", piagnucola il Tuttologo; poi lo si ritrova a lamentarsi, per l'appunto ovunque.
Eppure seguitano a tirare avanti una miriade di attività e interessi che occupano gran parte del loro tempo. E finiscono per suonare il flauto traverso quando scrivono, scrivere poesie quando cucinano, e aggiornare il blog mentre mangiano. 

L'esistenza non ha un ordine ben preciso, per loro che in barba ad ogni regola, la cavalcano al passo di cronometro.
Il problema sostanziale, è che per colpa del troppo correre, si rischia di perdere di vista le sfumature più belle. La tavolozza di colori di un'alba, il canto melodioso degli uccellini, la rossa potenza di un tramonto, il fiato rotto dalla miriade di luci di una città vista dall'alto, di notte, sono cose che non si assaporano fino in fondo, da un treno in corsa!
Hanno però un pregio importante: una cultura superficialmente enciclopedica, pertanto può benissimo capitare che vi forniscano nel momento più inaspettato, l'informazione che non avreste trovato nemmeno consultando la Wikipedia del futuro.
Se sei un Tuttologo, mi raccomando: trova una cosa sola e, diamine, falla almeno bene!

6) I Baudelaire.

I decadentisti/drammaturghi dei nostri giorni. Se Shakespeare uccideva in media quindici persone a libro, state pur certi che loro ne scanneranno di più. In bilico tra lo spleen e lo splatter, hanno una concezione di vita secondo la quale, l'epilogo migliore per l'umanità sia l'estinzione.
Il loro colore preferito è il nero, anche perché è l'unico che vedono -s'insinua che ciò avvenga perché non si siano mai tolti gli occhiali da sole, ma non date credito alle malvage dicerie-.
State tranquilli: sono innocui, di solito ammazzano solo di penna; il resto del tempo fanno la spesa come tutti i comuni mortali. Se serve respirano e si nutrono, fanno questo sforzo di tenersi vivi, che ovviamente è un gran favore dovuto alle persone a cui tengono.
Però la società non li capisce; le altre razze nemmeno. Loro sono albatros legati all'albero della nave... e lo saranno sempre, anche quando vi complimenterete con loro per la buona riuscita della loro opera.
Anche se non conducono una vita dissoluta, i Baudelaire stanno sempre male in abbondanza per tutti. I fiori in un prato verde diventano dei mostri, il sole un'immensa palla di fuoco pronta a cadere in testa e distruggere ogni essere umano. È inutile dissuaderli che nella vita non c'è solo dolore; siete voi che non lo vedete!
Quando li comprendete -badate bene-, gli fate quasi dispetto togliendogli l'esclusiva del tormento; quando non li comprendete, ovviamente siete dei buzzurri privi di sensibilità. Qualsiasi cosa facciate non ha molta importanza; correranno comunque a riversare i loro lamenti su efp, che infestano senza ritegno con le loro storie angoscianti.
Se sei un Baudelaire, basta col broncio e fattele due risate ogni tanto!


7) Gli Haters.


Preciso: il nome non l'ho coniato io -se tu inventore, stai leggendo questo post, puoi rivendicarlo tranquillamente, perché non son certa se a tua volta l'hai sentito in giro o se è originale-, ma l'ho trovato e me ne sono innamorata subito.
Quasi sicuramente gestiscono un blog -ooh, se hanno un blog!- e se non hanno il blog si arrangiano come meglio possono. Una cosa è certa: sicuramente hanno un account Amazon, con cui piazzano le loro recensioni farlocche. Si differenziano dagli Oscar Wilde Finti Umili e dalle Sanguisughe, in quanto i primi non sprecano nemmeno le loro energie in una simile impresa; gli altri si sforzano perlomeno di essere discreti -se vengono scoperti poi sono radiati dall'albo-...gli Haters, no. Che siano scrittori o meno, non lo ha ancora capito nessuno; ma sappi che ti odiano. A prescindere. Non è importante chi tu sia.
Sono imparziali, se la prendono tanto con Manzoni quanto con Pincopallo Qualsiasi. Perché il loro intento non è di arricchirsi internamente tramite lo scambio con il prossimo. Leggere l'operato altrui, che assurdità! Loro sono più svegli della media: gli bastano poche righe di un manoscritto, per stilare una recensione da una stella, coi fiocchi!

Incarnazione perfetta della letteratura, sono anche definiti dagli esperti "Demolitori delle aspirazioni altrui". Perché scrivere un libro quando non lo sai fare? Il loro -anche se non è stato ancora vergato- sarà comunque un milione di volte meglio!
Se sei un Hater -ebbene sì: il nome di questa specie segue la regola singolare/plurale inglese, perché...perché faceva più scena- diamine, giungi almeno al secondo capitolo, prima di esprimere il tuo giudizio!

8) I Modaioli.


Scommetto che adesso si stanno cimentando in un erotico... e prima ancora in un fantasy. Il loro istinto, più che guidato dal cuore, è legato strettamente alla statistica. Studiano assiduamente la classifica dei best seller e cercano di replicare il campione d'incassi dell'anno precedente. Però dimenticano che saranno sempre e inevitabilmente in ritardo di un anno. Questo bug potrebbero risolverlo semplicemente affittando una macchina del tempo e tornando un bel po' indietro per rifilare al pubblico la loro sfilza di successoni.
Alcuni di loro si definiscono versatili, perché combinano diversi stili e diverse storie... ma se siete dei Modaioli, non è proprio così versatile rendere Harry Potter il protagonista di 50 Sfumature e piazzarlo in un labirinto a fare una notte focosa con Katniss, la ragazza di fuoco. L'originalità è un tantino diversa...

9) Gli avvoltoi.

Con gli Avvoltoi sarò spudoratamente dura, come lo è la vita che cercano di facilitarsi... a danno altrui. Realizzano le loro malefatte tramite blog più o meno professionali. Loro sono posseduti da un viscerale amore per la letteratura... tanto che ti contattano, chiedendoti un compenso in denaro per ricevere una loro recensione. E scusatemi se sono una persona estremamente pratica: ma come funziona? Io pago, si fa una recensione che è per forza positiva -anche se avete passato ore intere a vomitare per via del suddetto scritto e non vi siete ancora ripresi-, o pago e nonostante tutto ricevo anche una cattiva pubblicità? Perché entrambe le alternative suonano leggermente viscide e mirate solo ad ottenere un guadagno. Lucrando in maniera spudorata sulle carcasse dell'esordiente, che magari per farsi conoscere un po' si sta facendo un mazzo non indifferente.
Se siete avvoltoi, vi piace vincere facile. È un'attività che potrei benissimo avviare anch'io, ma invece di prendere soldi per un servizio poco sincero o addirittura controproducente per l'autore, lo faccio gratis e vado a lavorare. Non si fanno i soldi sui sogni degli altri. 



E qui mi fermo, per non uccidere altra gente e perché il 9 è il mio numero preferito. Se per caso -maligni!- vi stavate chiedendo: "E tu invece? Che bestia sei?", non essendo al di sopra dell'universo, mi dichiaro subito una tuttologa, allieva di Baudelaire! E con questa è tutto; grazie e alla prossima!

giovedì 5 febbraio 2015

Le tappe di Rosso Placebo!

Illustrazione di Leonardo Carboni



Tra i placebi, il suo è più perfetto perché mischia in uno solo i colori preferiti: il nero della notte e il rosso del sangue di cui Alan si nutre suo malgrado. Ad alimentare il suo spirito è l’amore, ma non nel senso svenevole o dolciastro. La nuova dimensione è terribile: dal punto in cui si trova il mondo che conosce dà segni di cedimento e lei, piccola chiave di volta, interviene come può. Violet non è nelle condizioni di giudicare la natura del peso che è chiamata a sostenere. Anzi, prende in mano il destino e l’inevitabilità di situazioni che rendono superfluo e impongono di sospendere qualsiasi giudizio (o pregiudizio che sia). Accetta il proprio ruolo e vi si dedica con una dedizione quasi assurda, colorata dell’amore che prova per Alan che non ammette condizioni, fino a spingersi verso il delirio e la follia (nel senso di amour fou).  
Davide Dotto


La cosa particolare di questa storia d'amore è che per lei è un colpo di fulmine mentre lui non la calcola minimamente ma andando avanti, il fatto che lui beva del suo sangue, lo "influenza" poichè è sprovvisto d'anima e "cibarsi" lo fa entrare in collegamento con l'anima della vittima ed arriverà a provare per lei lo stesso sentimento.

Leonardo Carboni

Il sentimento intenso è ciò che lega la coppia; pur sapendo che senza un'anima non può esserci amore, e che la volontà di Violet a donarsi ad Alan è un modo per tenerlo in vita, si sviluppa un legame indissolubile che altro non è che "amore".

Roberta Mura 

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