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mercoledì 15 maggio 2019

"Il Corvo", il film maledetto

Avete presente quando c'è un film che tutto il mondo si è gustato più volte  e conosce a memoria battuta per battuta e mancate solo voi? Ho finalmente colmato un'enorme lacuna: ho visto "Il Corvo".
Ovviamente questo mio intervento non  va interpretato alla: "Ecco, ha scoperto l'acqua calda".
È più una sorta di commento, di riflessione. Volevo fissare da qualche parte le mie sensazioni ed eccoci qui.
Siamo nei turbolenti e oscuri anni '90, sporchi fino al midollo di quelle atmosfere buie che ti si attaccano alle ossa, alla pelle, all'anima. Quelle atmosfere spaventosamente fumose e nere, cariche di disperazione e speranza nel contempo.
È proprio per contrasti che si svolge questa storia.
Il presupposto di partenza è che i corvi portino nell'aldilà le anime dei defunti, ma ci sono casi gravi in cui lasciano tornare l'anima affinché risolva le sue questioni in sospeso. Questo è ciò che accade a Eric Draven, un musicista che ha perso la vita insieme alla sua fidanzata ad opera di una banda di malviventi, che ha anche abusato della donna prima di ucciderla.
Così abbiamo il ritorno di questa figura la cui esistenza si era interrotta un anno prima, al fine di regolare i conti. Ma questo è solo lo spunto di partenza, perché l'intera pellicola diventa una sempreverde riflessione sul significato della vita e della morte.
I dialoghi sono densi, carichi di nostalgia, sintetici ma molto profondi. Con poche parole azzeccate, che vanno a comporre frasi brevi e precise, si generano aforismi che sopravvivono al tempo.
"Non può piovere per sempre", il più celebre, sembra quasi un filo conduttore affettivo, una sorta di abbraccio, quell' "andrà tutto bene" rassicurante che non sempre riceviamo o facciamo in tempo ad esprimere ai propri cari.
A rendere il film ancora più emblematico è stata purtroppo la stessa scomparsa del protagonista, Brandon Lee, a seguito di un incidente durante le riprese. Un artista che ci abbandona proprio nel tentativo di mostrarci quanto la vita in qualunque sua forma sia da difendere e non vada sprecata e di come la morte sia in realtà un tramite tra una dimensione di sofferenza e una di pace, dà seriamente da riflettere. Genera sgomento pensare che una pellicola del genere, per parlare del dolore della perdita, sia diventata dolore e perdita essa stessa.
Dopo tutta questa sofferenza restiamo senza fiato, con un'unica straziante domanda: chi se ne va, se ne va per sempre? Ci viene fornita una risposta esaustiva, ma questa storia ci esorta anche tra le righe a credere in una dimensione oltre quella che si può toccare, in cui nessuno è perso davvero.

martedì 14 maggio 2019

Game of Thrones 8x05. Una puntata a dir poco imbarazzante (OVVIAMENTE SPOILER).

Questa "recensione" sarà breve, sia perché c'è un video che sta per uscire, sia perché purtroppo ho veramente il tempo contato per scriverla. Vi assicuro che era meglio non assistere a questo scempio, anche perché dalle prime stagioni sono sempre stata dalla parte dei Targaryen e adesso mi vergogno tantissimo.
Facciamo un elenco di delusioni in ordine sparso, senza contare la Madre dei Draghi?
Partiamo da Jaime. Sì, perché dopo che ti accorgi che il tuo personaggio preferito sta diventando pazzo furioso, riponi perlomeno le tue speranze sul secondo e ti dici che probabilmente andrà a compiere la profezia e tutti felici e contenti. Sì, perché nei libri (che purtroppo non ho letto, ho reperito notizie in giro) c'è una profezia sulla morte di Cersei, che altro non è che parte di quella a cui assistiamo nella serie tv, la parte finale. Cersei bambina si fa raccontare praticamente la sua vita da Maggy la Rana, ella le dice che sposerà un re, che i figli saranno tre, biondi e che moriranno, che una donna più bella e giovane le porterà via tutto... e ci si ferma qui. Ma non era la profezia completa.
Nei libri, successivamente c'è una parte che recita così: "E quando sarai annegata nelle tue stesse lacrime, il valonqar chiuderà le mani attorno alla tua gola bianca e stringerà finché non sopraggiungerà la morte."
Ma cosa significa la parola "valonqar"? È un termine che in alto Valyriano significa "fratello minore". Infatti Cersei cresce e per tutta la vita porta rancore a Tyrion pensando che si parli di lui, ma in questa puntata vediamo che di fatto a lei riesce ad avvicinarsi Jaime, suo gemello sì, ma nato comunque dopo per poco tempo. Ho divorato la puntata pensando "ecco adesso la strozza" e poi? Poi niente, muoiono romanticamente abbracciati. E la profezia? Ciao.
E questo è solo il primo che non fa quello che dovrebbe fare.
C'è Arya, che ha una parte un po' insulsa e sembra solo perdere tempo. Dopo che hai letteralmente guardato la morte in faccia più volte e hai ucciso il Re della Notte, ti fai spaventare da Daenerys e il drago, quindi fai marcia indietro? Poi probabilmente avrà una specie di riscatto, perché questo cavallo bianco che la porta via in mezzo alla devastazione, il tutto illuminato da un raggio di luce, dà da pensare.
Verme Grigio che aveva un bel ruolo e poi finisce per diventare un assassino d'innocenti, pazzo quanto Daenerys.
Jon Snow, ma ti svegli? Eh niente, sembra partecipare all'episodio quando ormai è tardi. Il peggiore in assoluto.
Non ci dimentichiamo di Tyrion. Ci sono teorie che lo indicano come Targaryen, quindi la domanda è: avrebbe potuto fermare Drogon nell'arrostire Varys? Sì, probabilmente, ma non lo fa perché questa cosa non esce mai fuori e va beh. Si accorge che Daenerys è una matta ma si sveglia un po' tardi pure lui e comunque posti così gli eventi, non potrebbe intervenire. Qui mi delude più il modo in cui avvengono certe dinamiche, perché lui si dimostra comunque attaccato alla famiglia, quindi salva il fratello e nessuno se ne accorge. Okkeeey. Quindi Jaime scappa...e niente. Nessuno lo vede.
C'è tanto da dire, veramente troppo. A questo punto la domanda è: c'è modo di salvare questa serie tv? Secondo me no, potrebbe rialzarsi un po' ma sarebbe comunque una magra consolazione. I colpi di scena più belli sono stati completamente distrutti. Intere caratterizzazioni devastate nelle battute finali. Cosa ci sta aspettando nella sesta puntata? Non lo so proprio e sono molto scoraggiata.
Se volete sapere più nello specifico cosa ne pensiamo della puntata, seguite il canale Nerdflics, che presto uscirà il video/recensione!

sabato 11 maggio 2019

Chi siederà sul Trono di Spade? Teoria sul finale (SPOILER)


Confessiamolo: siamo giunti alla quarta puntata dell'ottava serie ancora più provati dei personaggi stessi. Più sofferenti di Jon Snow senza il metalupo; più di Sansa dopo le torture di tutti gli uomini pessimi che ha incontrato lungo la strada; più di Daenerys senza Jorah, la migliore amica, l'amore e i due draghi; più di Cersei senza i figli e senza Jaime; più dello Sterminatore che ha lasciato la famiglia e anche la nuova amata; più di Bran che, diciamolo al Re della Notte ormai si era quasi affezionato e lo ha visto uccidere dalla sorella.
Scherzi a parte questa nuova serie, puntata dopo puntata, ci lascia letteralmente abbandonati tra macerie di delusioni. C'è chi ha perso il suo preferito perché caduto in battaglia, chi perché è caduto in stile e c'è ormai una forte carenza di certezze nell'aria. Siamo un po' tutti senza nome ormai e l'unica cosa che ci accomuna è un'unica enorme domanda: chi siederà sul Trono di Spade?
Eccomi quindi qui con la mia singolare teoria che probabilmente non si avvererà mai, ma considerando quello che abbiamo visto fino ad ora, è comunque fattibile.
Il trono originariamente abbiamo visto che era in mano ai Targaryen, quindi il primo erede legittimo che ci viene in mente, è il caro Jon Snow, che probabilmente non deciderà mai di prendere il comando perché la zia altrimenti lo manda a letto senza cena... quindi rimbalzerebbe alla nostra Madre del Drago (ormai...).
Jon e Daenerys tuttavia hanno un problema non indifferente: Cersei che ha già messo radici lì e non si sposterà per nulla al mondo, aiutata da Euron che non ha ancora capito che il figlio di lei in realtà è un altro incesto.
I Targaryen dovranno prima affrontare gli altri due e avere la meglio, ma non sono soli: altri due leoni sono con loro, perché Tyrion è fedele alla Khaleesi e Jaime sta probabilmente tornando con l'idea di far fuori la sorella ed è l'unico che può avvicinarla al punto da ucciderla... perché Cersei probabilmente esiterebbe trovandoselo davanti, come ha già fatto con il Folletto... e sarebbe un'occasione d'oro per lo Sterminatore.
Una frase di Bran pronunciata in una delle puntate precedenti (molto simile al "chi ti dice che saremo in vita?"), lascia a presagire che questi ultimi scontri non lasceranno molti superstiti e i personaggi già menzionati rischiano più degli altri di fare una brutta fine. Ricapitolando, a capofitto nella lotta abbiamo i due Targaryen e Cersei con Euron che hanno fatto un po' di tutto per scavalcare il diritto degli eredi legittimi e sicuramente non si arrenderanno. In più ci sono i due fratelli Lannister che magari potrebbero prendere il trono ma non sono così intenzionati, ma più genericamente anche loro sono coinvolti in quella che potrebbe essere presto una carneficina.
Poi ci sono gli Stark. Arya desidera solo la vendetta e spuntare i nomi dalla sua lista, tanto che rifiuta di "sistemarsi" con Gendry, nonostante un sentimento verso di lui lo provi; Bran non desidera nulla e lo ha ripetuto fino allo sfinimento; Sansa vuole conservare il nord e che principalmente nessuno la ostacoli in questo. Manderà i rinforzi a Daenerys e Jon? Non ne sono così sicura, ma non scommetterei troppo che lei punti al Trono di Spade perché vorrebbe dire mettere continuamente in subbuglio una serenità che comunque ha conquistato a fatica. Varys fa inoltre pensare in quest'ultima puntata, che il trono potrebbe arrivare a una persona che non lo vuole, riferendosi a Jon, ma se quest'affermazione nascondesse uno spoiler?
Mettiamo caso che muoiano proprio i Targaryen, riflettiamo un attimo: chi sarebbe in diritto di ereditare il Trono di Spade, pur non volendolo?
La risposta potrebbe venire proprio dalla stessa quarta puntata, in cui Daenerys per assicurarsi un alleato fedele, riconosce Gendry come discendente legittimo di Robert Baratheon, senza considerare che non ha "messo in regola" un nobile a caso, ma, a tutti gli effetti un bastardo che potrebbe ad ora, se solo volesse, rivendicare il Trono di Spade anch'egli.
Ci sono altre teorie che vedono il ragazzo come il figlio che Cersei ebbe con Robert e disse di aver perso, ma la stessa profezia recita che la donna avrebbe avuto solo tre figli biondi e che una donna più giovane e bella glieli avrebbe portati via con tutto ciò che amava (Margaery?)
Anche perché se Gendry fosse stato già legittimo, non sarebbe servito il gesto della Khaleesi.
E se davvero alla fine giungesse al comando proprio il più improbabile degli improbabili, proprio colui che stiamo sottovalutando perché non fa parte in prima persona di questa grande guerra, ma che potrebbe vincerla perché gli altri sono occupati a uccidersi tra loro? Ad ogni modo a questo punto farei veramente il tifo per lui, dovrà pur consolarsi in qualche modo per il fresco due di picche. Anche Arya come Primo Cavaliere non la vedo un'ipotesi malvagia.

mercoledì 20 marzo 2019

Love, Death & Robots, mosaico riassuntivo dell'umanità.



Immaginate un immenso coro in cui ciascuna voce ha qualcosa di differente da dire. Nel pubblico ci sarà qualcuno che ne resterà incantato? Sicuramente sì. Questo esempio riassume il senso ultimo di questa serie tv. Sta parlando a tutto il mondo in generale, ma anche nello specifico a ognuno di voi, ecco il suo punto di forza. È come un virus: arriva ovunque e a chiunque, perché ciascuno troverà ciò che stava cercando e resterete colpiti. Chi verrà sbalordito dalla grafica evoluta di una puntata particolare, chi verrà lacerato da una storia. Posso garantirvi che non resterete comunque indifferenti. 
La serie è antologica, ovvero non c'è una trama omogenea che si sussegue e le narrazioni non sono omogenee nemmeno dal punto di vista stilistico. Si passa da una grafica di nuova generazione a un tratto molto sintetico ed essenziale, quasi minimal; le vicende sono varie e il punto vincente è proprio che ciascuna ha un pubblico ben preciso.
L'unico filo conduttore è costituito dalle tre parole del titolo: "amore" nel senso più vasto del termine, capace di comprendere i legami più disparati; "morte" in quanto presenza inscindibile nella vita degli esseri umani ma a volte è intesa anche come un ciclo di distruzione e rinascita; "robot" come il rapporto tra l'evoluzione, il progresso e gli individui...ma vedremo anche veri e propri robot. Onestamente avrei aggiunto anche "gatti", ma quella è un'altra storia ancora.
Il valore artistico di una serie del genere è incommensurabile, come quello di una tela su cui ogni artista ha impresso la sua pennellata, lasciando il proprio segno.  Volevano dirci qualcosa e ci sono riusciti, creando un arcobaleno di emozioni. Tra una puntata e l'altra ci sono anche salti bruschi dal satirico al drammatico, al romantico, all'horror. 

Zima Blue

Confesso che la mia puntata preferita è stata in assoluto "Zima Blue", dalla sperimentazione  artistica interessante, con un segno accattivante e particolare, quasi stile pop-art ma molto minimal nel contempo. Il messaggio fortemente filosofico, ci spinge verso una ricerca interiore esasperata, malinconica, fino a proporci una risposta inequivocabile. Triste? Forse... in parte consolatoria, dipende dai punti di vista.
Consigliata soprattutto a chi è solito porsi grandi domande, a coloro che non sono soddisfatti nel vivere giorno per giorno senza chiedersi niente. Vi assicuro che vi prenderà in contropiede.
Essa comprende tutti i criteri secondo i quali ho suddiviso le altre puntate.
Graficamente, molto valide sono "La testimone" e non solo per quello, "Oltre Aquila" e "La notte dei pesci".
Per la storia, altrettanto meritevoli sono sempre "La notte dei pesci", "Buona caccia" e "Mutaforma".
Ci sono inoltre episodi che spiccano per originalità dell'idea, come "Tre robot", "Il dominio dello yogurt", ancora "La testimone", "L'era glaciale" e "Alternative storiche".
Io vi ho detto sinteticamente la mia, ma cosa ne penserà Leonardo? State in campana, perché presto su Nerdflics uscirà la recensione completa! 

mercoledì 13 marzo 2019

"Non è romantico?", la commedia effervescente


Vi è mai capitato di approcciarvi a un film senza troppe aspettative e di restare piacevolmente sorpresi? Non parliamo del premio Oscar dell'anno, ma vi offro su un piatto d'argento una trama piena di senso dell'umorismo e priva di punti morti. La noia è per sempre bandita: si lascia spazio a tanto sarcasmo e a un mondo dell'assurdo che viene accentuato in crescendo, lasciandoci contenti.

Demotivata nei confronti dell'amore fin dalla tenera età, la nostra protagonista, Natalie, è cresciuta con molto cinismo e poca fiducia in se stessa, la sorprendiamo intenta a spiegare ai colleghi nonché amici di lavoro, perché detesta i classici cliché delle commedie romantiche... fino a che, dopo una botta in testa, non si sveglierà proprio in una di queste! 

Il carattere frizzante della narrazione ci accompagna minuto dopo minuto verso degli insegnamenti importanti, che s'intuiscono fin dall'inizio, ma erano necessari.
Esiste una realtà oggettiva o dipende sempre dagli occhi con cui la vediamo? La giovane donna sembra totalmente insensibile verso alcuni argomenti, ma è realmente così o c'è dietro lo scoraggiamento, l'essersi messa l'anima in pace?
Ci sono due modalità con cui guardare "Non è romantico?": la prima, grattando via la superficie per cogliere un messaggio più profondo; la seconda, lasciandosi cadere su una poltrona, staccando la testa per un po'. Ciascuno dei due risultati è garantito, perché per tutto il tempo della commedia, siamo immersi nelle sue atmosfere. È un film che trae il suo punto di forza proprio mescolando insieme tutto ciò che è melenso, ridicolo e in un certo senso scontato, creando una simpatica parodia, senza perdere il filo logico e il proprio carattere.
La stessa Natalie è capace di passare da una realtà all'altra con la stessa ironia e leggerezza. Non si prende troppo sul serio e sdrammatizza laddove qualche punto sarebbe potuto risultare pesante. Tuttavia ad un occhio attento lascia intravedere uno spiraglio, una profondità diversa da quella che presenta a chiunque. C'è un nucleo, una parte di sé più vulnerabile che tenta di preservare, nonostante il menefreghismo di fondo e il linguaggio non propriamente da principessa delle fiabe.
In definitiva vi divertirete veramente tanto con questo film e trarrete anche diversi spunti di riflessione da esso... quindi cosa state aspettando? 

mercoledì 6 febbraio 2019

"Dragon Trainer – Il mondo nascosto", un'avventura sorprendente e sbalorditiva.


Tornano sul grande schermo le avventure di Hiccup e della sua divertente e sconclusionata banda di vichinghi... e draghi. Dopo aver ormai appurato che questi ultimi siano i migliori amici degli uomini, non è mai certo il contrario: tutti gli uomini sono amici dei draghi?
Ovviamente abbiamo un nuovo cattivo molto particolare, che sembra pescare un po' nei villain Disney del passato (sì so che non è di questa casa di produzione, ma presto capirete cosa intendo): egli è un qualcosa di già visto ma nel contempo anche di nuovo.
Il nuovo capitolo della saga ci inonda di speranza: c'è un futuro per i vichinghi nonostante la minaccia imminente? Il nostro protagonista è chiamato a tenere viva questa fiamma, accesa dal padre anni prima. L'uomo, nonostante non sia più tra loro, non smette d'ispirare il ragazzo che trae dai ricordi  con lui grandi insegnamenti. Altro barlume di luce è rappresentato da un esemplare di drago misterioso in circolazione: dopo tante ricerche, ecco apparire una furia chiara. Che sdentato non sia davvero l'ultimo rimasto della sua specie?
Il film è molto attento a proiettarsi verso il futuro, senza tuttavia seppellire il passato. Hiccup è sempre circondato da guide importanti: in questo caso proprio dalla madre ritrovata, che si rivela un'affidabile fonte di consigli. Egli in più ha una compagna vicino: Astrid ha molto da dimostrare ancora all'interno della storia... ci riuscirà?
"Dragon Trainer – Il mondo nascosto" è senza dubbio pieno di sorprese, molto pittoresco e supera nettamente il precedente secondo film, che invece perde in molti punti.
È stato finalmente chiuso il cerchio e siamo sbalorditi. Se volete saperne di più su questo film, non perdete d'occhio il canale Nerdflics, che uscirà la recensione molto molto presto!
Intanto qui sotto sta per partire un piccolo approfondimento spoiler che mi sta molto a cuore, per cui se non volete anticiparvi praticamente il finale, non oltrepassate l'immagine! 


SPOILER
Viene naturale come respirare, pensare a Hiccup e Sdentato come a una stessa unità: dov'è uno vi è pure l'altro e viceversa, entrambi hanno perso una parte importante del proprio corpo e si sono sempre fatti forza a vicenda. Riuscireste mai a immaginare il nostro protagonista senza la sua furia buia?
Il tema della separazione è introdotto in maniera graduale ma netta: quando assistiamo all'innamoramento di Sdentato per una furia chiara inavvicinabile agli uomini, capiamo già che ci stiamo avvicinando a un addio che si cerca di rimandare per tutta la pellicola. Per un attimo sembra tornare tutto ok perché lei diventa socievole con gli esseri umani. Sembra una risoluzione positiva della questione, invece c'è una svolta ulteriore. Hiccup è cresciuto, sceglie di fare la cosa giusta, anche se, porca miseria è dolorosa anche per noi che assistiamo da una poltroncina: lascia andare per sempre il suo (nostro, perché diciamolo: Sdentato è diventato un po' di tutti) drago e così faranno gli altri, per assicurare ai loro amici alati un futuro migliore. Sono consapevoli che gli uomini rovinano qualsiasi cosa incontrino e questa consapevolezza logora ciascuno nel profondo...ma non è la fine: i due amici sono destinati ad abbracciarsi di nuovo. Vedere bambini e draghetti che giocano insieme, stringe il cuore. Non poteva esserci un epilogo migliore.

giovedì 17 gennaio 2019

"It Follows" e il suo grande fallimento.


Qualcuno di voi si sente solo?! Dopo questo film avrete un amico fantastico in grado di essere sempre con voi, non importa quanto lontano andrete! 
Partiamo con l'ironia, che qui c'è da piangere....

La nostra alta, bellissima e biondissima protagonista contrae con un rapporto sessuale una malattia strana: una sottospecie di demone stalker che t'insegue per ucciderti.
Lo strambo ragazzo che le ha regalato la maledizione, le spiega che deve trasmetterla allo stesso modo e che per nessun motivo al mondo deve farsi toccare dal mostro.

Ora, se c'è qualcosa che non sopporto di un horror, è il fatto che si regga tutto sulla stupidità del personaggio principale: il film si risolverebbe in cinque minuti, ma perche non allungarlo facendo azioni senza alcun senso?
E qui non si fa altro che tergiversare la soluzione più logica.
La giovane si ritrova ad essere seguita da una losca figura che ogni volta cambia aspetto.
I jump scare non sono molti ma li ho trovati ben piazzati, colpiscono bene lo spettatore, la trama tuttavia resta decisamente vuota e più che paura abbiamo l'ansia...che si freddi la pizza che stiamo mangiando nel frattempo. Per il genere è anche troppo pulito in termini di sangue. Non ci sono scene realmente spaventose, molta della paura deriva esclusivamente da quello che pensiamo accadrà, ma figuratevi se poi accade. Non è che uno cerchi lo splatter, ma siamo a un livello poco più serio di uno "Scary Movie", che comunque riesce nel suo intento, ovvero far ridere. "It follows" fa davvero paura? Mi spaventa più che esista un secondo capitolo, ma non so se lo vedrò.


Parte spoiler
Io non pretendo affatto che la protagonista sia una donna libertina e senza freni inibitori, ma in un contesto dove stai rischiando di morire da un momento all'altro, non subentra neanche per un istante l'istinto di sopravvivenza e allora entri in un locale e ti viene in mente di passare il demone a uno sconosciuto? 
Va bene, facciamo che la biondina sia piena di principi, com'è che poi dopo tre quarti di film si sveglia all'improvviso e offre le sue grazie a entrambi i suoi cari amici, ammazzandone uno e l'altro chi lo sa? Una persona con i principi dovrebbe avere in mente che poi farà fuori coloro  che realmente ama...ma lei no, in fin dei conti non sembra  che gliene importi molto. Lei aveva la soluzione davanti agli occhi per tutto il tempo, perché i due giovani non vedevano l'ora di buscarsi questa cosa... e lei che fa? Ruba macchine con cui si schianta e cambia casa venti volte. 
In più il demone dev'essere veramente educato, perché durante la permanenza in ospedale della ragazza, sembra attendere in sala d'attesa di essere passato al prossimo. 
Mica gli piace vincere facile, è uno che ama le sfide. Altrimenti avrebbe corso invece di camminare. 
Ancor più perplessa ci sono rimasta con l'avvicinarsi del finale. A un certo punto sembrava una puntata di "1000 modi per morire" con lei dentro la piscina, contornata da una decina di apparecchi elettrici con cui poteva finire fulminata e stranamente nemmeno succede. Mah.
Questo era il grande piano per risolvere la questione?
Ovviamente l'amico che resta in vita e ancor meno furbo di lei, perché ha l'intuizione giusta fermandosi lungo una certa strada con la macchina, ma poi non combina niente perché gli piace di più giocare ad acchiapparella.
Raramente sono così amareggiata da un film.

martedì 15 gennaio 2019

"Van Gogh. Sulla soglia dell'eternità" e anche oltre.



Molti biopic sono intimi in quanto narrano la vita di una persona, ma raramente lo sono così tanto. 
Questo è un film sublime, ma non è per tutti con le sue atmosfere lente e deliranti e non è nemmeno un semplice racconto. Assomiglia a una danza degli spiriti, dove i fantasmi volteggiano, si accarezzano, si abbracciano per poi allontanarsi di nuovo e poi divenire tempesta.
È un tripudio di colori violenti gettati su una tela in maniera spasmodica e istintiva, senza pensare e nel contempo la storia di un uomo che ogni volta in cui si perde e si allontana dagli altri, trova un pezzo di se stesso ma nel contempo non ha più il concetto di realtà. 
Non ci troviamo in una storia ma in una tela sfregiata: non ci poteva essere miglior tributo alla vita di un artista rifiutato, disprezzato, attaccato dalla gente comune che non poteva arrivare a capire il suo genio. 
Gli eventi si snocciolano lenti, cadenzati, come foglie che si abbandonano al suolo, accompagnate da una musica morbida ma insidiosa e invadente, con un volume troppo alto per permettere di vedere questo film lucidamente. Con note così alte e violente da stordire, ferire, uccidere colui che guarda e improvvisamente non guarda più soltanto, perché è trascinato ad essere testimone di quanto accaduto. Testimone del male perpetrato su di un individuo solo, dalla personalità instabile, considerato pazzo ma non è mai stato lui quello realmente pericoloso. È la gente cosiddetta "normale" a farci spaventosamente paura per freddezza e scarsa umanità, è l'ordinario che dilania un'anima eletta fino a farla appassire.
Willem Dafoe ha dato tutto se stesso, fino a smettere di esserlo. Non percepiamo mai un attore che recita la parte di un pittore tormentato, anzi si è fatto egli stesso dolore e tormento, si è vestito di un'angoscia lacerante fino a farsi pervadere. Lui è stato Van Gogh dal primo all'ultimo secondo del film e gliene sono profondamente grata. Egli per primo si è innamorato della natura fino a perdersi in essa e ci ha immersi in ambienti freddi, privi di calore umano, con una luce gelida e violenta filtrata dalle fronde giallissime degli alberi, scossi dal vento crudele come mani che bussano a porte perennemente chiuse dall'egoismo. Nulla mi toglierà dalla testa quegli occhi azzurrissimi e spiritati, inghiottiti dalla pazzia eppure completamente lucidi. È stato emozionante anche solo fissare i primi piani dell'attore in silenzio, come se fosse capace di leggere i segreti del mondo, come se potesse raccontarli a tutti. 
Il nostro eroe è di un altro pianeta e la sua vita non è un elenco di azioni svolte: è sudore, dolore, pennellate di sangue che poco prima di cadere si fanno gialle di luce. Quella luce tanto rincorsa e mai trovata con occhi che vedono oltre, visione enfatizzata da una sfocatura dell'inquadratura dalla forma di un'ipotetica linea di orizzonte. La prorompente ricorrenza del giallo che tanto lo appassionava, è stata causa del suo male perché la tinta veniva fabbricata con il piombo e noi riscontriamo questa tinta ovunque: nei quadri, nella natura, sulle pareti della casa in cui l'artista era solito dipingere. 


Scegliere la tinta preferita sbagliata conduce alla follia e lo capiamo dal momento in cui notiamo la profonda differenza con il disinvolto e sfacciato personaggio di Gauguin, con la passione per il caldo e suadente rosso, che si pone sì come un uomo rivoluzionario, ma decisamente più bilanciato. Interpretato da Oscar Isaac come un enigmatico anticonformista tendente al perfezionismo, non arriva mai a farsi conoscere davvero, perché giunge a noi con una certa lontananza emotiva. Lo scopriamo secondo lo sguardo di Van Gogh, completamente ipnotizzato dalla sua figura ma che lo percepisce continuamente distante, come una fugace apparizione. Come un lampo destinato poi ad essere divorato nuovamente dal buio della solitudine e della notte. Gauguin è pretenzioso, molto critico e non esita mai a mettere in discussione il suo amico fino all'ultimo. Lui stesso si pone come una pennellata nervosa nella vita dell'altro, come se con la perfezione volesse risolvere il proprio caos interiore.
Decisamente più decifrabile e fonte di stabilità per il protagonista, è il fratello Theo (Rupert Friend) che da sempre decide di sostenerlo in qualsiasi modo, non prestando il benché minimo ascolto a tutto ciò che la gente gli racconta, o meglio ascolta ma sempre cercando una soluzione a ciascun problema.
Altro intervento memorabile è quello di Mads Mikkelsen nei panni di un uomo di fede molto particolare, che avrà una discussione interessante con Van Gogh riguardo Dio e il suo grande piano.
"Van Gogh. Sulla soglia dell'eternità" si rivela completamente aderente all'anima dell'uomo/ pazzo / genio /artista e ci mette in guardia sul non vedere solo la sfaccettatura più comoda per noi, perché la sua personalità è unica e inscindibile. Fornisce anche una rivelazione molto importante: nemmeno un pazzo giunge ad essere dannoso quanto l'ignoranza e la mediocrità.

martedì 8 gennaio 2019

"Ralph Spacca Internet" e spacca cinema!


Dopo l'avventura del primo capitolo, il secondo ha deciso per il salto di qualità: si va direttamente sul web! Il divertente Ralph e la scapestrata e ribelle Vanellope sono alla ricerca di un pezzo di ricambio per "Sugar Rush". Risate assicurate ma non solo: la lezione da imparare da questa storia è estremamente importante e non va assolutamente dimenticata.
Il film è spassoso, profondo, e pieno di colpi di scena nonché di riferimenti alla cultura nerd e da questo punto di vista ricalca "Ready Player One"...ma quest'ultimo non ha le principesse Disney! 


Ci sono molti passaggi che spezzeranno il ritmo della storia e il loro è perfetto per sdrammatizzare.  Le principesse, tirate a lucido per l'occasione, avranno una parte veramente spassosa e tutta da gustare e ci faranno sorridere, portando ciascuno indietro alla propria infanzia, rafforzando l'elemento nostalgico. La pellicola alterna sapientemente i momenti malinconici con quelli atti ad alleggerire la situazione, creando un connubio perfetto.
In definitiva questo Ralph spacca e non solo. Noi siamo veramente contenti di aver assistito a un film d'animazione così bello. Se volete saperne di più seguite il canale Nerdflics perché presto, ma molto presto, uscirà la recensione!

lunedì 7 gennaio 2019

Bird Box e l'isola del realismo che non c'è. (NO SPOILER)



Questo film suscita violenza, ma non perché istighi al suicidio, visto che il tema è trattato in maniera così splatter e rapida da non creare empatia nemmeno in uno dei miei cani. Anche perché nessuno comprende il motivo di queste morti così buttate a caso, dubito che qualcuno nella vita reale segua l'esempio.
Il problema è che finito il film ti viene da prendere a calci chi ha scritto certe parti della storia, urlandogli a un centimetro dalla faccia come abbia fatto a pensare che certe dinamiche fossero credibili. Il problema è grande e non si può nemmeno definire soggettivo. È evidente un po' come una trave enorme che sbarra l'accesso a un ponte: dite che si vede?

Trama in breve: una donna cerca di salvare i suoi bambini da un misterioso virus che colpisce gli occhi e porta al suicidio, attraversando insieme a loro un fiume, con una piccola imbarcazione di legno.
Di cosa o chi dobbiamo realmente aver paura?

Il tema del suicidio è trattato in maniera molto ridondante e suscita curiosità. Il clima è quello di un'apocalisse zombie ma poi ci rendiamo conto che nessuno morde e mangia altre persone: l'isteria è causata semplicemente da gente che pone fine alla propria vita, dopo che gli è cambiato lo sguardo. Tuttavia l'atmosfera iniziale rimanda vagamente a prodotti come "The Walking Dead", solo che poi non c'è alcuno zombie, il che è contraddittorio.
Scherzi a parte, originale è il proposito del film e anche la morale che ne scaturisce sul finale. C'è un messaggio di fondo che non è stato mai presentato in questa maniera e renderebbe la pellicola molto bella, se non fosse che per arrivarci ci siano state delle colossali forzature al livello della trama, che la rendono totalmente inverosimile.
Il lato positivo oltre al messaggio, è che riesce a mantenere alto il livello di attenzione e tensione per tutto il tempo: non ci sono momenti in cui qualcuno esclama: "Che noia", perché abbiamo paura, siamo preoccupati, vogliamo capire a tutti i costi.
Ci sono gli elementi per definirlo un buon film? Secondo me non proprio. Non sono pignola ai limiti dell'impossibile, ma per credere che una narrazione del genere regga, ci vuole una lobotomia. Poi c'è un altro problema ancora ma ne parleremo nella parte spoiler, appena sotto l'immagine. Se non avete visto il film, vi prego di fermarvi adesso e buona giornata anche a voi!


COMINCIANO GLI SPOILER


No aspetta, ricapitoliamo: una donna incinta rimane vittima di un incidente in cui la macchina si ribalta, rimanendo sottosopra (ci manca l'esplosione e la protagonista che esce correndo dalle fiamme) e sguscia via dall'auto con passo felino e soprattutto come se non le fosse successo niente? Nemmeno cinque minuti dopo cerca di arrivare alla casa dove verrà protetta. Attraversando la strada, la gente non fa altro che urtarle il pancione e a momenti calpestarla, ma il bambino non riporta alcun danno. Aspettiamo un momento: ci sono donne che hanno aborti spontanei per cause molto meno gravi o che perdono la gravidanza cadendo dalla sedia o scivolando sulle scale, e lei esce da un auto ribaltata in tutta tranquillità, con gente che la riempie di spintoni e gomitate e la butta a terra, ma tutto bene? È inutile che appena tratta in salvo si tenga il pancione come a dire "che fatica". Questa tipa è praticamente Chuck Norris e noi lo capiamo dai primi istanti. Poi ovviamente c'è anche l'altra donna incinta, una persona a cui non avresti dato dieci minuti di vita in una situazione del genere, ma arriva addirittura a partorire. Andiamo avanti.
Mamma e bambini attraversano le rapide di un fiume senza ferite ma non solo: c'è una scatola con degli uccellini all'interno e questa scatola imbarca acqua, viene sballottata a destra e sinistra e fatto sta che questi animali non si sa come sono sopravvissuti.
Leo è rimasto così perplesso per la faccenda, che alla fine gli ho risposto che gli animali in computer grafica sono più resistenti, però a questo punto giudicate voi se è normale.
Molto coreografico liberare questi volatili nella scuola per non vedenti, però a quel punto non fai attraversare le rapide ai protagonisti con una scatola di cartone. Per mantenere la credibilità a volte c'è da rinunciare a qualcosa, questo film ha voluto tutto e ne ha pagato il prezzo.
Devo ammettere che poi c'è quella questione del rancore personale: io dopo aver seguito la storia per due ore, voglio capire cosa le persone vedono e perché si suicidano. Vedono Dio? Il Paradiso ed è tutto così bello che ci vogliono arrivare? Parrebbe di no, perché poi il pazzo all'interno della casa ha disegnato una sfilza di demoni, neanche ci fosse un'infestazione. Che siano demoni che si nutrono di vita e creano allucinazioni? Questo doveva spiegarcelo qualcuno, non inventarmelo io.
L'idea di partenza però è molto originale e va premiata, senza esagerare. E vi prego, non fate le challenge bendati, che poi vi suicidate davvero accidentalmente.