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venerdì 24 gennaio 2014

La tv per bambini è lo Zelig del domani.

Ho avuto un'infanzia difficile. Lo dice il semplice fatto che mia madre quando ero piccola recitava: "Pimpirulin piangeva, voleva mezza mela, la mamma mezza matta gli tira una ciabatta..." -anni dopo mi resi conto che la versione giusta non era esattamente quella-
Il problema in sostanza non è tanto mia madre, quanto il fatto che se si rivendeva l'idea ne ricavava una barca di soldi!

E il nemico non è la Disney, farcita di messaggi subliminali; non è La Pimpa, che prende veridicamente l'idrovolante e va a giocare con un pinguino al polo nord e poi torna per cena, o che guarda l'album di foto di una stella da piccola, o che si perde i pallini per strada quando cammina; no! Non è nemmeno Peppa Pig -il cui secondo film lo vedremo direttamente dal banco salumi- dove la coniglia incinta, per partorire due (solo due? Realistica) coniglietti si reca di corsa all'ospedale, dove trova niente popò di meno che sua sorella infermiera che le fa la domanda da un milione di dollari, mentre osserva quel pancione enorme: "Come mai qui?"  <<Niente, volevo un gelato.>> Le avrei risposto...
Ma no! In sostanza non sono le mirabolanti, assurde -nonché altamente inverosimili- avventure dei personaggi dei cartoni animati a rendere le mie notti insonni... NO! Sono i programmi per bambini: quelli ovviamente scritti da adulti, farciti con vagonate di sarcasmo, tanto che tra un po' ridono più i grandi che i piccoli. Quelle strisce quotidiane che tra una puntata e l'altra sputano fuori l'inimmaginabile. Altro che Real Time! L'intrattenimento adulto del futuro eccolo qui!
La penultima volta ero lì che mi facevo i fattacci miei, quando presumo che insegnando ai bambini a disegnare, un qualcosa di simile a un Muppet spara un titolone da film inventato tipo "L'uomo che disegnava troppo", aggiungendo subito dopo: "un film con Liza PENNELLI!" -sì, avete capito bene...-
Lasciai correre, dopo di che, giorni a seguire, sempre successivamente a una vagonata di assurdità, resto basita per un altro titolone da film: Sette spose per sette capelli -era la puntata delle pettinature: capiteli-
In sostanza, mamme, papà, non stupitevi se vostro figlio non finisce a pronunciare bene la "R", che già vi risponde a tono; quando il sarcasmo viene recepito quasi prima della capacità di parola, si è già belli che fregati! In compenso, quando passerete giornate dietro al pargolo che non si schioda dal suo canale preferito, potrete sempre contare sul messaggio implicito di solidarietà di qualcuno che capisce la vostra posizione e infila tra i dialoghi un monologo comico per voi!

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