Credo che non ci sia impresa più
difficile che descrivere una persona come Oriana Fallaci, specie se
in fin dei conti non l'hai mai conosciuta, se ti sei appassionata
alla sua figura soltanto tempo dopo la sua dipartita. Sono nata con
lei che era già monumentale nel mondo del giornalismo, eppure la mia
vita non si era ancora intrecciata con le sue parole. Vi dirò di
più: non so nemmeno spiegare come questa passione sia iniziata...
forse per semplice curiosità?
Sarebbe più facile parlare di lei
raccontando una situazione, se solo fosse realmente accaduta. Se
avessi avuto questa fortuna, magari avrei aperto il discorso con i
miei occhi che incrociano i suoi e provano soggezione, per una che
carta e penna le ha sempre divorate e ha fagocitato intere persone.
Le mie pupille piccole piccole, che vergognandosi vanno a rivolgersi
in un'altra direzione. Perché non possono sostenere uno sguardo così
intelligente, profondo... crudele? No: ferito, colmo di dolore.
Oriana in love non era l'arpia che
tutti credono; quella donna spavalda e acida che pensa per prima cosa
a come ferire l'interlocutore...no, era qualcosa di ben lontano
dall'immaginario collettivo: dedita come pochi, sincera,
appassionata, disposta a tutto pur di ricevere amore. Forse anche a
troppo. Sono certa che la scintilla mi sia scoccata proprio così:
scoprendo una persona di carta che un soffio di vento l'avrebbe
tirata via, al posto di quella donna piccola, ma dalla presenza
imponente e soffocante. Chissà se vederla dal vivo sarebbe stato
come vedere una pulsante ferita.
Comunque sì; sono stata travolta da
quel mare in burrasca di sentimenti, da tutta quella intensità,
leggendo “Un Uomo”. Ebbene, è uno dei migliori libri che abbia
mai assaporato. Mi ha sommersa come una marea dalla quale non sono
riuscita a uscire.
L'aspetto più importante, un vero e
proprio scroscio d'acqua gelida in testa, è stato trovare una
persona così intensa, aggressiva nei confronti di una vita che con
lei non è stata certo da meno, pronta a scavalcare tutto e tutti,
che improvvisamente mette uno stop. Non è più traino, ma si lascia
docilmente trascinare, come a cedere il passo in una danza.
Un'incudine che si fa piuma.
Quel colosso di cera, che si scioglie
come neve quando incrocia gli occhi dell'uomo che ama.
Forse è una prerogativa dei più
grandi, vivere intensamente qualsiasi cosa, avere il cuore grande.
Forse chi ha il cuore piccolo è solo capace di vivere una vita in
piccolo e per questo non scrive mai la storia.
Ho letto la
fantastica biografia “Oriana. Una Donna” di Cristina De Stefano e
l'ho scoperta ancor più in profondità; perché Alekos non era
l'unico uomo che era riuscita ad amare nella sua vita. No, il suo
cuore non era assolutamente così piccolo. Anzi, questa storia sembra
quasi segnarla meno delle altre. Però la ricorda ugualmente: è una
storia che le fa scrivere di lui. Di quell'eroe perso per colpa della
Montagna.
I modi di fare di lui sono folgoranti. Giunge a dirle una frase che credo sia la più bella e assoluta dichiarazione d'amore esistente. Una riflessione che una volta uscita di bocca, tutto il resto è superfluo e rende indispensabile il silenzio: “Sei stata una buona compagna. L’unica compagna possibile.”
Non si butta in infiniti giri retorici per
giustificare una pochezza di sentimento. No. Lui valuta Oriana in
termini assoluti, perché ha saputo ricambiare, assecondare, chiudere
un occhio sulle continue cadute e debolezze.
“L'unica compagna possibile”,
equivale ad affermare che non c'è mai stata nel passato, non c'è
nel presente e non ce ne sarà mai nessuna in futuro, giusta per lui
come lo è stata lei. È come dire che è inutile perfino che le
altre provino ad imitarla, perché nessuna potrà mai competere. È
un'appartenenza che va al di là dell'attrazione, fatta di anime che
s'incontrano e sanno d'incastrarsi in modo così perfetto, che non
necessita di ulteriori dialoghi.
Nel mio libro c'è una storia particolare. Martha Turner conosce Violet Grey; da allora fa di tutto per conquistare la sua fiducia e amicizia, nonostante la ragazza sia troppo concentrata su Alan e l'interessante Dana per accorgersi realmente di lei. È come se finisse costantemente relegata in un angolino, dal quale cerca di uscire con la sua presenza e gentilezza. Lei comprende Violet, le lascia spazio, quasi le legge il pensiero, ma non riceve molta considerazione ugualmente.
Un
giorno però accade qualcosa. La protagonista si ritrova a fare un
bilancio, ad aprire gli occhi su chi le è stato realmente vicino e
chi non ha davvero spostato le cose nella sua vita. Allora sorprende
tutti: si ricorda in pieno di quell'amica, che c'è stata
costantemente chiedendo in cambio solo un briciolo d'affetto.
La
giovane è sempre stata una solitaria e per di più non ha mai
incontrato persone disposte seriamente a scoprirla; tranne lei,
Marta: l'unica.
Ho
voluto rendere indelebile questa presa di coscienza, con una frase
che mi era rimasta incastrata nelle viscere e che volevo portarmi
dietro in qualche modo.
Dal
libro:
Cara Martha
se ho mai scelto di mia spontanea volontà di venire al mondo, era per scoprire il sapore di una sola e unica cosa importante: l'amore. Io non solo ho conosciuto quello, ma mi è stata concessa anche un'amica come te: l'unica amica possibile per una svitata come me. L'unica amica vera.
(…) L'unica amica possibile.
Trama:
Tordemma non è una città
come le altre; nuove forze oscure minacciano i precari equilibri tra
esseri umani e demoni, portando entrambi verso un inevitabile
baratro. In un mondo tetro, freddo, che non ha molto da offrire salvo
una tiepida speranza, Violet, da sempre alla ricerca dell'amore
incontrerà Alan: un maledetto; un vampiro. Guidata da un sentimento
annientante, travolgente, dilaniante, la ragazza gli darà il suo
sangue per salvarlo. Per strapparlo alla morte certa che minaccia
costantemente ogni singola creatura, in attesa che si compia la
profezia. Che ruolo avrà La Madre negli inquietanti avvenimenti
accaduti a Tordemma? Chi scamperà alla furia del giustiziere e del
suo flagello? E soprattutto: quale sarà il significato del ciondolo
a farfalla, così vicino a Violet da illuminarsi ogni volta che si
lascia succhiare dal vampiro?
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