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sabato 12 ottobre 2013

Il lavoro al tempo di Venditti


Ero lì tranquilla in auto che mi facevo i cavoli miei (ha iniziato Venditti eh, io non c'entro niente!), quando scatta questa meravigliosa canzone: Sotto Il Segno Dei Pesci. Un fantastico miscuglio di note intriso di significato. 
Ormai con la melodia nella pelle, scivolavo tra gli strati di tal gloriosa sinfonia, quando ecco la classica zip che si rompe: qualquadra non cosa! (ehm qualcosa non quadra, scusate...)
Mi rendo conto canticchiando (ce l'ho per vizio, con tanto di maledizioni lanciate dalla povera gente che ho intorno), che il testo in alcuni punti recita palesi utopie. Ma andiamo a vedere cos'è stato combinato:
E Marisa se n'è andata, oggi insegna in una scuola, vive male e insoddisfatta, e capisce perché è sola, 

E Giovanni è un ingegnere che lavora in una radio,  ha bruciato la sua laurea, vive solo di parole
Poverini. Proprio su quelle pene dell'inferno credo di aver versato la lacrimuccia. Marisa che lavora in una scuola ed è insoddisfatta: presa così la sua vicenda potrebbe ricondurre a un tipo di angoscia diversa da quella lavorativa; accostata a quella di Giovanni tuttavia fa pensare che siano dovute entrambe alla frustrazione dell'impiego inadatto. Ora io dico: mi spiace che tu faccia l'insegnante e che quell'altro abbia preso una laurea per blaterare in radio (magari a vivere di parole! Ma son punti di vista). Però sorge un'esclamazione spontanea: Beati anni 80! (arrotondiamo, che l'album è del 78)
Anche perché, se dovessimo riadattare il testo al giorno d'oggi, al posto del ruolo d' insegnante ci sarebbe lo scarico merci ai grandi magazzini... se proprio vogliamo invocare il miracolo; oppure Giovanni potrebbe benissimo impiegare la laurea d'ingegnere per lustrare i bagni della stazione.
No dai, non sono così sognatrice: a parer mio, in fase di ammodernamento, per non creare problemi innominabili, sarebbe meglio cancellare direttamente le due strofe. Via il danno, via il dolore.
Non va neanche questo: è brutto che Marisa e Giovanni non s'incontrino più nella canzone; allora facciamoli conoscere a uno di quei corsi gratuiti delle agenzie per il lavoro, che il lavoro non te lo trovano mai.
Ebbene, come sempre volevo essere polemica; altrimenti non sarei io. Sono una persona che brucia a prescindere un po' per tutto. Un po' come ai giovani è stato bruciato il futuro.
Detto questo, continuerò a urlare a squarciagola il ritornello di codesta canzone innervosendo il prossimo: scaldano sempre gli spaccati di storia che "si stava meglio quando si stava peggio."
E poi diciamolo; Venditti è davvero bravo.
Chissà cos'avrebbero pensato i frustrati di questo malessere relativo, se avessero saputo in anticipo che ci sarebbe stato il finimondo.
Domande di cui non sapremo mai la risposta, ma a me piace porle lo stesso perché sono una rompiballe.
Scusate la perplessità nonsense e buona giornata a tutti.

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